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Aggiornato: 4 giugno 2025


V olendolo saper, fa' che misure, S cendendo d'alto, le maggior figure: T re volte e quattro il trovarai di sette I n sette versi. Allor indi mi torno, N é possio piú di lei dolermi fina A tanto che sei nosco, alma divina!

Salve, allora esclamò l'alma dubbiosa, E consolata al ciel la fronte eresse; Han pur luce i tramonti, e glorïosa Voce di fama han le catene istesse! Tal disse, e a la guaína disdegnosa Il fiero acciar con man lenta concesse. Un'orribile voce allor fu udita: Reso è l'Imperator, Francia è tradita! Chi di resa parlò? L'empia parola Chi proferì? Parola infame è questa!

Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio quando drizzo la mente a cio` ch'io vidi, e piu` lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, perche' non corra che virtu` nol guidi; si` che, se stella bona o miglior cosa m'ha dato 'l ben, ch'io stessi nol m'invidi. Quante 'l villan ch'al poggio si riposa, nel tempo che colui che 'l mondo schiara la faccia sua a noi tien meno ascosa,

GIRIFALCO. , quando è l'estate. LISTAGIRO. E 'l verno? GIRIFALCO. Maffenò, ché allor mi lavo sol con la calda. LISTAGIRO. Ho veduto a la prima. Oh bella vita! oh bei monti! oh begli anguli! oh che bei segni! oh! gran particolari v'è da vedere! Io, per me, mai non vidi la piú felice man. Guarda, messere.

Ed altra volta Madian non vide Allor che 'l sol ne l'Ocean soggiorna, Con poche larve e con trecento soli Condursi a morte innumerabil stuoli?

per un ch'io son, ne faro` venir sette quand'io suffolero`, com'e` nostro uso di fare allor che fori alcun si mette>>. Cagnazzo a cotal motto levo` 'l muso, crollando 'l capo, e disse: <<Odi malizia ch'elli ha pensata per gittarsi giuso!>>. Ond'ei, ch'avea lacciuoli a gran divizia, rispuose: <<Malizioso son io troppo, quand'io procuro a' mia maggior trestizia>>.

allor si mosse contra ’l fiume, andando su per la riva; e io pari di lei, picciol passo con picciol seguitando. Non eran cento trasuoi passi e ’ miei, quando le ripe igualmente dier volta, per modo ch’a levante mi rendei. ancor fu così nostra via molta, quando la donna tutta a me si torse, dicendo: «Frate mio, guarda e ascolta».

Ciò far tu pria dovevi; da quel punto, in cui t'increbbi: eri men crudo assai nell'uccidermi allor, che in darti a donna, che amarti mai, volendo, nol sapria. Io ben potea tutto, o Neron, tranne il mio onor, donarti; per te soffrir, tranne l'infamia, tutto... Niun danno a te fia per tornarne, io spero,... dal... mio morire.

Tu ti diverti a torturarmi, e i brividi misuri e godi della mia paura. Ti nascondi, talvolta: e allor m’avvedo, ecco, ch’è maggio, e che nel ciel le stelle son come i fiori sulla terra; e delle stelle e dei fiori uguale, ecco, mi credo.

EUFRANONE. Or non vi pregai io, allor che tanto ansiosamente m'era chiesta dalla vostra leggierezza, che ci aveste pensato prima; e al fin vinto dalla vostra ostinazione ve la concessi? Ché il cuor mi presaggiva quanto ora m'accade, che passati quei furori vi pentireste; e per mostrar giuste cagioni del rifiuto, offendete me, lei e tutta la cittade.

Parola Del Giorno

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