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Aggiornato: 7 luglio 2025


Tu, Ronchilio, aspetta qui il vignarolo che esce di camera, fingi esser amico di Guglielmo, dágli questi dieci ducati con dir che gli dovevi dar a lui, per fargli piú credere che sia Guglielmo. RONCA. E volete che io perda i dieci ducati? ALBUMAZAR. Quali? che asino! Tu, Arpione, con quel braccio contrafatto toglili.

GRAMIGNA. Ti fa buttare da un luogo eminente senza pericolo di romperti le gambe. CRICCA. Il boia lo sa fare meglio di lui: gli butta dalla forca senza pericolo delle gambe. PANDOLFO. Bastano questi. Muoio se non lo vedo: Cricca, batti la porta. CRICCA. Batto. Tic toc. ALBUMAZAR. Chi diavolo batte? CRICCA. Te ne porti in carne e in ossa!

ALBUMAZAR. «Sed de privatione ad habitum non datur regressus»: cioè col fiato delle stelle e de' pianeti far risuscitare un uomo dalle ceneri, oh che stento, oh che manifattura!

PANDOLFO. Or io vorrei.... ALBUMAZAR. So meglio indovinare il vostro cuore che voi stesso non sapete. Voi vorreste che lo facessi risuscitare, e che tornasse a casa sua e vi attendesse la promessa, e poi tornasse a morire? PANDOLFO. Questo è il mio desiderio.

ALBUMAZAR. E con la dottrina che vi ho insegnato, avete fatto cosí felici progressi nell'arte, come non dar credito alle parole d'altri ma avere sempre l'occhio alle mani, non attendere quello che si promette, non aver fede osservar fede dar fede alle fedi d'altri, avere le bugie piú pronte che le lagrime delle donne, tenerne sempre apparecchiati gli magazzini sotto la lingua; ché questi sono i condimenti dell'arte nostra e le mercanzie che tengono aperto il nostro fondaco, ricordandovi che la commoditá è madre della ladreria.

PANDOLFO. Bascio le mani della Vostra Strologheria, padron mio caro. ALBUMAZAR. Bene vivere est laetari! siate venuti in buon'ora, in miglior minuto, in bonissimo secondo, in felicissimo terzo, quarto e quinto, in nomine planetarum, stellarum, signorum et omnium caeli caelorum!

Doveva scongiurare ora e aspettava li diavoli, perché dimanda: Chi diavolo batte? È Farfarello. GRAMIGNA. Avete battuto troppo gagliardo, perché li astrologhi sono lunatichi. PANDOLFO. Perché «lunatichi»? GRAMIGNA. Sempre contemplano e parlano con la luna. ALBUMAZAR. Non sono calato piú presto perché stava parlando con una intelligenza mercuriale.

RONCA. Attendete a far bene voi la parte vostra, ché da noi vedrai effetti che avanzaranno la tua stima. ALBUMAZAR. Eccolo che viene. Arpione, discostati, ascolta ciò che dice e riferiscimelo; Gramigna, trattienti su la porta e vedi narrargli qualche miracolo de' miei, perché io me ne entro. PANDOLFO vecchio, CRICCA servo, GRAMIGNA.

ALBUMAZAR. Faremo l'istesso effetto con l'arte prestigiatoria. Torremo una intelligenza di bassa mano, che vuole poca spesa, e con l'aiuto di quella faremo che un vostro servo o amico pigli la forma di Guglielmo, e gli falseggiaremo solamente il sembiante, che non si sappia discernere se il vero sia falso o il falso vero.

ALBUMAZAR. Bene dixisti, ché il sapientissimo Tolomeo egiziano disse: »Sapiens dominabitur astris». Gramigna, calami giú quel cappello e talari di Mercurio, fatti sotto ponto di Mercurio ascendente nel suo segno. PANDOLFO. Io non mi partirò tutto oggi da' vostri piedi.

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