United States or Yemen ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ero simile a una di quelle larghe foglie di piante acquatiche nuotanti nella vasca davanti a la villa, che non si bagnavano mai, e lasciavano scivolar l'acqua in goccioline iridate, senza neppur ritenerne l'umidore.

È una fila di case rustiche, colle facciate di legno e coi tetti di stoppia, che si succedono, a una qualche distanza l'una dall'altra, per la lunghezza di più di otto chilometri: posta ciascuna sopra una stretta zona di terra che se le prolunga dietro sin dove arriva la vista, e circondata da un fosso pieno di piante acquatiche, sull'orlo del quale s'innalzano dei gruppi di ontani, di pioppi e di salici.

La palude serpeggiava avanzandosi verso i colli o indietreggiando verso il mare a seconda dell'impeto dei fiumi che vi si cacciavano, sempre più intricata da vegetazioni acquatiche, nelle quali s'impigliavano i remi dei piccoli canotti.

Che c'è, chiese sottovoce Fathma dopo qualche minuto d'angosciosa aspettativa. Ci siamo arenati? Zitto, disse Omar. Ora andrò a vedere. Tu non muoverti qualunque cosa accada. Egli strisciò silenziosamente a prua e immerse un braccio nell'acqua. Egli sentì sotto mano un agglomeramento fitto fitto di piante acquatiche che impediva il passaggio. Bene, siamo dinanzi ad una barra, mormorò il negro.

S'incontravano dei barconi carichi di legumi, di torba, di pietre, di botti, rimorchiati con una lunghissima corda da un uomo aiutato qualche volta da un grosso cane con una cordicella al collo. Alcuni erano rimorchiati da un uomo, una donna e un ragazzo, l'uno dietro l'altro, colla fune legata a una specie di sottopancia di cuoio o di tela; tutti e tre tanto inclinati innanzi da non capire come malgrado il ritegno della fune potessero tenersi in piedi. Altri barconi eran rimorchiati da una vecchia sola. Su parecchi, c'era al timone una donna con un bambino al seno; altri bambini intorno; un gatto sur un sacco, un cane, una gallina, dei vasi di fiori, delle gabbie d'uccelli. Su altri la donna faceva la calza dondolando una culla col piede; su altri faceva da mangiare; in alcuni, tutta la famiglia, meno uno che rimorchiava, stava mangiando in crocchio. E non si può dire la pace che spirava nei visi di quella gente, nell'aspetto di quelle case acquatiche, di quegli animali divenuti, in certo modo, anfibii; la placidit

Allora, alla garrula contentezza del principio, allo scoppio di allegria, succedeva una gioia intensa, rattenuta. Gli augelletti si nascondevano nei folti inaccessibili e cantavano sommessi. I verdi si facevano più oscuri, ed erano tanto fronzuti gli alberi, che internandosi per i sentieri tranquilli, in alcuni punti sembravano neri. Le cascate trasparenti e bianche scendevano con monotona armonia le scalinate di pietra annerita e verdeggiante. Una frescura di cui è impossibile farsi un'idea, regnava in quei siti. I raggi del sole non potevano farsi strada. V'era un'ombra impenetrabile deliziosa, non scevra di mistero. In alcuni punti non si sapeva più dove s'era, tanto apparivano profondamente freschi, umidi, solitari, lontanissimi dal resto del mondo. Uno di questi punti era a fianco dell'ala sinistra del palazzo. V'era un circolo irregolare di alte piante le cui cime frondose intercettavano i raggi, e non lasciavano scorgere che ad angustissimi spicchi l'azzurro del cielo. Alcuni rami si spingevano sul palazzo, coprivano gli stipiti a ghirlande, e pareva volessero entrare per l'ampie finestre del primo piano. Più sotto, foltissimi boschetti col loro cupo verde formavano un asilo quasi inaccessibile. In mezzo v'era un piccolo lago naturale, di forma elittica, irregolare; l'acqua n'era nettissima, ma non limpida. Specchiandosi pareva di guardarsi in un vetro opaco. Alcune piante acquatiche dalle larghissime foglie pallide galleggiavano qua e l

La dahabiad abbandonata a stessa, senza alberi, senza remi, col timone fracassato e la prua tutta sconquassata e sdruscita, si sbandò sul tribordo crepitando e si allontanò rasentando gl'isolotti e solcando i bassi fondi ingombri di piante acquatiche.