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Aggiornato: 12 giugno 2025
Era cugina di mio padre e viveva, sola sola, in una casetta più vecchia di lei, dove tutto era vecchio come lei e d'onde tutto è sparito con lei, molti e molti anni fa. Si è salvata dal disastro e non so come soltanto una spinetta barcollante sui tre piedi, con la cassa tarlata anche allora, coi tasti ingialliti e sconnessi e col pedale rotto e accomodato alla meglio con spago.
Ci conto... Mi preme troppo il suo benessere. Caro Emilio!... Sta tranquillo; fra mezz'ora avrò bevuto tutto. Il giovane, accomodato bene le coperte intorno al giacente, e datogli la buona notte, andò a raggiungere Matilde nel salottino. Vuoi tu vegliare ancora un poco? le chiese. No, ella rispose, sono stanca; vado subito a letto. E suonò il campanello.
Non occorre, mi rispose, perchè è qui da varii giorni. Poffare del mondo! esclamai... io non sono di questo secolo! Il conte Saverio era infatti al villaggio, accomodato alla meno peggio all'osteria, aspettando la lettera di sua madre e il nostro consenso. Durante il giorno si teneva nascosto, riservandosi di confabulare colla sua bella al chiaro di luna, quando tutto il villaggio dormiva.
Ad uno di questi amici pensò l'Assereto di chiedere a prestanza il denaro che poteva occorrere a Lorenzo, e frattanto lo confortò a star di buon animo, che la mattina vegnente egli avrebbe accomodato ogni cosa. E tenne la promessa. Aveva avute nella sera trecento lire, e quando Lorenzo tornò a' Banchi nella mattina, il buon Assereto si procacciò la consolazione di far da banchiere all'amico.
Pensò dapprima a far venire il parrucchiere; poi ricordò che i parrucchieri le avevano sempre accomodato i capelli tutto a rotoli e attorcigliamenti, che le facevano una testa come una focaccia, a cui il suo viso non pareva affatto appartenere. Dunque si pettinò da sè, alla Carmen, coi capelli divisi da una parte. Le parve che «Quella delle Lettere» si sarebbe pettinata a quel modo.
E di messere Antonello da Montefalco, ai servigi del quale sono accomodato come paggio. Di quel traditore, che in principio della guerra era con noi? Grama casacca, quella che dentro l'anno si volta! Buon per te che non lo servirai più. Vuoi restare con me? Messere, rispose maliziosamente il Maso, questo sarebbe un voltar casacca ancor io.
M'è occorso ieri (scusate la parentesi) di fare un piccolo viaggio. Eravamo tre uomini, nella carrozza dei fumatori, e ne capitò all'ultim'ora un quarto, un giovinotto bello come il Fauno di Prassitele, che appena entrato s'impossessò del suo sedile e dei due posti che c'erano, accomodandovi le membra per dormire, e puntando i suoi delicatissimi piedi contro il bracciuolo di mezzo. Mezz'ora dopo non gli bastavano più i due posti; alzò una gamba e sconfinò sul mio territorio, posandomi sulle ginocchia una scarpa, che fui costretto a prendere con due delicatissime dita, per ricondurla ne' suoi legittimi confini. Avrebbe egli fatto così, se io fossi stato una graziosa signora? Si sarebbe egli pure accomodato a dormire? Dèi immortali, mi parrebbe gi
«Che cosa aspettava, dunque; che cosa sperava? Che una vampa di desiderio mi avesse un giorno fatto perdere la ragione e che io avessi preso i resti di quell'altro? Che mi fossi accomodato di questa divisione amichevole?... Guardi, piango di umiliazione....
Allora credette opportuno di farmi conoscere il sistema scolastico e le sue abitudini domestiche. Pel vitto s'era accomodato colla vicina famiglia dell'organista, uomo gioviale ed onesto. Forse l'organista avrebbe accondisceso a continuare le sue prestazioni, qualora ci fossimo intesi sulla relativa contribuzione.
APOLLIONE. Veramente la nostra vita è tutta piena di travagli, né si può prometter l'uomo che faticando sempre nella gioventú, possi nella vecchiezza riposare; ché quando stimi giá esser accomodato del tutto, allora da ogni parte vengono pericoli inopinati per turbarci il viver quieto.
Parola Del Giorno
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