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E aperse la finestra. Il cielo era sereno. Le nuvole si addensavano sui monti in fondo all'orizzonte, e la luna inondava con la sua luce argentea la campagna, che esalava l'odore speciale dei terreni bagnati da pioggia recente. Richiusa l'imposta, egli prese Èlvia sottobraccio, e la condusse nella sala da pranzo. La tavola era gi

Eppure Èlvia ed Aldo si erano adattati sùbito a quell'aria di vecchiezza di stanchezza, diceva Èlvia quantunque si sentissero stranamente trasportati in un ambiente affatto diverso da quello delle loro case sorridenti di tutta la gaia freschezza dell'ammobiliamento moderno. Le prime due giornate eran passate come in sogno.

Vista maravigliosa dal lato di levante, con tutti i colli laziali torno torno; da ponente, Roma con la cupola di San Pietro troneggiante nell'azzurro.... In una settimana, quella villetta potrebbe esser pronta a riceverci concluse Aldo insinuante. , rispose Èlvia. È una bella idea.

Tutta la gran luce che due lumi diffusero poco dopo nel salotto non valse però a rassicurarla pienamente. Avevano ripreso la continuazione della lettura interrotta. Aldo leggeva ad alta voce, alzando, di tratto in tratto, gli occhi in viso a Èlvia, che coi gomiti appoggiati sul piano del tavolino e col mento sul dorso delle mani congiunte, stava ad ascoltare. Evidentemente era un po' distratta. Due o tre volte, Aldo aveva notato che ella, pur restando immobile, girava le pupille attorno, con aria di diffidente paura; e credette opportuno di sgridarla con dolce severit

Diè un grido, cadde tra le braccia di Aldo che furon pronte a riceverla... E vi aperse gli occhi. Perchè? domandò, stupita. Ti sei lasciata sorprendere dal sonno balbettò Aldo per non spaventarla. Volevo metterti a giacere sul canapè. Èlvia non si rammentava di niente. Che cosa avea visto? Aldo non glielo domandò.

Ma egli era ormai certo che in quella villa era dovuto accadere qualche terribile tragedia rimasta ignorata. Le pareti vibravano terrore. Si sentiva sopraffare anche lui dalla misteriosa forza ogni giorno più. Sarebbe soggiaciuto alla catalessi pure lui? Con sua grande meraviglia, quella sera Èlvia fu tranquillissima. Non mostrò di sentire nessuna impressione di paura durante la cena dopo.

La giornata passò tranquilla. Èlvia ed egli avevano quasi dimenticato le tristi impressioni della sera avanti, perchè le stanze illuminate dal sole, assumevano durante il giorno aspetto gaio. Ma la sera, dopo il tramonto, sembrava si trasfigurassero; e non valeva l'accendere molti lumi.

I nervi di una giovine signora sono impressionabilissimi, la immaginazione troppo facile ad essere eccitata.... Ma, così parlando, Aldo nascondeva a stento che aveva in quell'istante anche lui un'indefinibile sensazione di malessere, precisamente come pel contatto di persona disaggradevole, invisibile. Chiuse il libro, si alzò da sedere, e sforzandosi di sorridere, disse a Èlvia: Non piove più!

Èlvia si stringeva a lui, voleva esser presa tra le braccia, quasi per trovarvi un rifugio; ed egli era contento di tenerla così, di accarezzarla, di baciarla, di mormorarle dolci parole a intervalli.... Giacchè, a mano a mano che la sera più s'inoltrava, essi si sentivano costretti a restare silenziosi; e avevano ancora pensavano tante dolci cose da dirsi in quelle ore di raccoglimento, in mezzo alla gran pace della vasta campagna!

Èlvia, per vergogna di apparire bambinescamente paurosa, non osava di manifestare ad Aldo l'opprimente sensazione che la invadeva; ed Aldo si guardava bene dal confessarle la repugnanza che gli ispirava, di sera, tutta la casa, in qualunque stanza essi si intrattenessero fino all'ora di cenare e di andare a letto.