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Aggiornato: 26 giugno 2025
Hai dormito bene? gli domandò Èlvia vedendolo saltar giù dal letto. Ho fatto tutt'un sonno. E tu? Io non ho chiuso occhio. C'è mancato poco che non ti svegliassi. Perchè? Non sgridarmi; avevo paura. Ancora? egli esclamò, fingendo di mostrarsi un po' in collera per questa debolezza femminile. Intanto che tu ti vesti poi soggiunse scendo a fumar un sigaro all'aria aperta. Ti mando Nannina.
Èlvia! osservando ansiosamente gli atteggiamenti ch'ella prendeva quasi assistesse a uno spettacolo che la faceva inorridire. Poi le labbra di lei si agitarono; suoni inarticolati le uscirono di bocca. In piedi, con le mani sporte in avanti, ella indietreggiava, voltando il capo da una parte come per evitar di vedere.
E perchè mai dovrebbe differire? replicò Èlvia. Hai ragione.... Hai sempre ragione!... Però.... Un altro però?
Rigida, eretta sul busto, con gli occhi chiusi e le sopracciglia corrugate, sembrava guardasse attentamente e vedesse a occhi chiusi. Aldo capì sùbito che si trattava d'un caso di catalessi spontanea e ne fu atterrito, non potendosi render conto della cagione da cui veniva prodotto, nè delle conseguenze che avrebbero potuto seguirne. E continuava a chiamare, scotendola pel braccio: Èlvia!
Ti dispiace? aveva detto Èlvia. Oh, no, se fa piacere a te! Venezia è sempre l
Com'è curiosa questa villa, di sera! esclamò Nannina, la donna di servizio, portando in tavola. Perchè dite così? domandò Èlvia. Mah!... fece Nannina. Anche lei? pensò Aldo.
Gli erano rivenute alla memoria le notizie del mezzadro intorno all'abbandono in cui i padroni lasciavano quella villa da anni ed anni, senza mai venire a darvi una fuggevole occhiata. Ora gli sembrava di non aver notato allora certe esitanze nelle risposte del mezzadro e della sua moglie, e si proponeva di interrogarli quella mattina, prima che Èlvia si alzasse da letto.
Non sei una bambina!... Eh, via!... O ti senti male? Sarei proprio imbarazzata rispose Èlvia se dovessi spiegarti quel che provo.... Ora voglio dirtelo soggiunse: Ho provato qualcosa di simile sin dalla prima sera che arrivammo qui, nell'intervallo che tu, sceso a parlare col mezzadro, dovesti lasciarmi sola per qualche istante. Che cosa provasti?
Aldo avea cinto col braccio la vita di Èlvia, ed ella si era abbandonata carezzevolmente col capo su la spalla di lui. Tutt'a un tratto, ella trasalì. Che cosa è stato? Niente.... Non so! Intanto spalancava gli occhi spauriti, voltandosi a guardare nella stanza gi
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