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"No, figlio mio: ma se taccio tu ti affanni nel dubbio; se parlo ti addolori nella certezza...." "Parla, Zabulone; parla, dacchè il silenzio mi nuocerebbe adesso più della favella."

"Kelp, ben el kelp!" proruppe una voce dietro a me che valse a rompere il fascino: onde io mi volsi, e conosciuto l'uomo, esclamai in suono di lamento: "O benedetto chi gli dice: cane e figlio di cane! O se' tu, Zabulone!" "La tua anima è in pena?" "Mi circondano le amarezze della morte; salvami, per amore del Dio di Abramo..."

Vuoi tu lacerti, Zabulone?.. tu mi laceri il capo.... or come ti basta l'animo per raccontare con tante arguzie dolenti cose?"

Ora ti par egli che un Satana consenta a diventare borsaiolo? io che lo conosco da molto tempo, mi guarderei bene da fargli questo torto." "Chi hai detto conoscere, Zabulone?" "Il Diavolo e il Presidente..."

Zabulone appartiene al popolo dei Giudei: i suoi anni sopra questa terra sono molti, ed io lo venero perchè so che ama il prossimo e teme Dio. Raccontare com'io lo conoscessi sarebbe troppo lunga storia. Corre ormai molto tempo ch'ei mi si dice amico, e mi promesse sovente stringere meco più ampia conoscenza nell'altro mondo; e siccome io credeva dapprima che gli Ebrei tenessero l'anima morta col corpo, e poi perchè senza battesimo le anime non si salvano, pensai o mi burlasse, o mi desiderasse capitar male, e volli contradire, ma per gentilezza mi tacqui. Adesso quasi comincio a sperarlo ancora io, perchè so di certo, e lo posso giurare, che Zabulone impresta sempre il suo danaro a mezzo per cento il mese senza provvisione, e qualche volta anche a meno, non mai a più. E la mia speranza non suona eterodossa, perchè sappiamo come Traiano fosse salvo per le preghiere di San Gregorio Magno, e Stazio poeta per virtù di non so quale altro Santo. Ora tutta la corte celeste porr

"Però di Satana" soggiunse Zabulone "troppo ci vuole a raccontare degnamente la storia: se ti basta quella del Presidente, io te la posso dire..." "Io te ne prego, Zabulone..."

"No, Zabulone; è Belzebuth, Belfegor, e Astarot, tutti in un picchio; lo spirito degli alti luoghi, la legione che travagliava lo indemoniato fra le sepolture." "Egli è un uomo? Perchè calunnii Satana? Rispetto ai vinti!

"Fanciullo incorreggibile, perchè avventurare i tuoi nervi di seta fra questi pettini da lino? Vieni all'aria aperta." "O Zabulone!" Dopo aver fatto un ampio lavacro di aria fresca per lo capo e pel seno, io sospirai: "Costui dev'essere Gog e Magog..." "Egli è un uomo."

I complici se ne rimessero alla prudenza del Presidente, che invero era molta; e di più, dopo una lunga discussione, per cinquantamila lire fiorentine egli si accollò a suo rischio e pericolo l'aggiustamento di questa partita." Zabulone tacque. Smanioso io gli domandai: "Ma la Provvidenza consentì che andassero impuniti gli scellerati!"