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Che cosa importava a lei d'essere ricca, figlia unica, quasi un'ereditiera?.. Suo padre le era tolto, dagli affari lungo la giornata, la sera, dagli svaghi; in casa non ci aveva che la zia, una buona donna irta di pregiudizi, che non destava in lei poteva sentire nessuna simpatia per lei. Lena l'aveva lasciata. Chi le voleva bene davvero, erano, Bortolo, Adele e Wise.

Del resto nessuno le era affezionato. Ella non credeva per certo alle dichiarazioni dei vagheggini!... Era troppo ricca per lasciarsi andare a prestar fede a dei giovinotti che le volevano far intendere di amarla, lei, proprio, lei! «Wise! povero Wise! esclamò, in uno slancio di riconoscenza per la buona bestia che l'amava per stessa.

La zia, dopo pranzo, appisolava per un'ora e più; e non c'era sugo stare a vederla ciondolare il capo e lasciarlo piombare su 'l petto con un russare faticoso di persona ben rimpinza di cibi succolenti. No; non c'era sugo. Era meglio star a respirare una boccata d'aria, a veder passare ogni tanto qualche persona, a conversare con Wise.

Lucia scattò da sedere e si fece a la finestra in tempo, per vedere uno dei giovani ingegneri della fabbrica, passare la mano attraverso le stecche del cancello e posarla su la testa di Wise, che scodinzolava festoso. Alzando gli occhi, il giovine vide la signorina, si toccò il cappello ritirando la mano dall'inferriata e si incamminò in coda agli operai.

«Wise! buon Wise!... tu mi vuoi bene, lo so! e te ne voglio anch'io, sai, molto!... È così difficile essere voluti bene davvero!... così difficile!... così difficile! «Bub! bub! L'abbaiare finiva in un guaito, quasi in un gemito. Si sarebbe detto che la bestia fedele e intelligente leggesse nel cuore della fanciulla.

«Che stupida sono stata a non accorgermi di nulla! disse a mezza voce. E al cane, che guaì al suono di quelle parole, soggiunse, non smettendo di accarezzarlo: «Non è vero, Wise, che sono stata una stupida? Il cane gemette fregando il muso contro le sue ginocchia: «No, non stupida! pareva volesse dire ma troppo ingenua, troppo fidente, troppo.... occupata d'altro!

Il medico si era messo a sedere nella poltrona e la guardava con compiacenza, senza parlare. Come era buono il vecchio medico!... Come erano buone suor Teresa e Adele!... E Bortolo?.. E Wise, il fedele Wise che era venuto a trovarla? «C'è della gente buona! pensava Ce n'è molta di gente buona! La fiducia serena le scendeva in cuore, riscaldandolo con la simpatia per le persone.

«Non è vero Wise? che è meglio star qui con te, che mi capisci e mi vuoi bene?... Buon Wise!... Bravo Wise! «Bub! bub! Il cane rispondeva abbaiando, scodinzolando, lambendo la mano della padroncina, dell'amica. Le si strofinava intorno quasi a farle intendere che le voleva bene davvero; oh quanto!

Si tirò a sedere su 'l letto a fatica. Un altro guaito, un'altra carezza, attrassero la sua attenzione. «Wise! esclamò in un sussulto Wise! Il cane, con le zampone poggiate su lo scrimolo del letto, guaiva dimenando la coda. Lucia gli pose la mano sopra il collo.

Wise, cui la signora Marta, proibiva di entrare in salotto, da l'anticamera, ove era accucciato, seguì la padroncina, e come la vide buttarsi su 'l piccolo divano e quivi dare nello schianto, con un guaito espressivo, sedette su le zampe di dietro e le pose in grembo il bel testone fissandola con gli occhi mesti.