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Questa è la mia vita, benchè non sia molto bella. »Quanto a bella non l'era davvero; far della notte il giorno, mangiar quando gli altri dormono, andar a letto quando gli altri s'alzano: e sempre la casa piena di gente, un andirivieni continuo, oh che vitaccia, che vitaccia!

Ti prego d'accompagnarmi in casa Serafini, e tu mi dici che hai da chiedere schiarimenti d'urgenza al ministro d'industria e commercio. Ma è possibile ch'io continui questa vitaccia d'inferno?

Loro ci trovavano gusto; ma lei no. Lei non poteva vivere con quell'orrore davanti agli occhi. E nel suo disgusto uscì in queste frasi: Voglio andarmene da questo posto! Non la voglio più fare questa vitaccia, com'è vero che Dio mi sente!... Le donne la guardarono stupefatte.

Te spalancheno le braccia Fin che nun hai bisogno e fin che ci hai; Ma si, Dio scampi, te ritrovi in guai, Te sbatteno, fio mio, la porta in faccia. Tu sei giovene ancora, e sta vitaccia Nu' la conoschi; ma quanno sarai Più granne, allora te n'accorgerai Si a sto monno c'è fonno o c'è mollaccia.

Il mio viaggio da Finalborgo a Milano, per subire un altro processo, mi ha dato modo di studiare una delle pagine più dolorose della vitaccia del bestiame che passa da una galera all'altra. Ricordo tutto, come se fosse adesso. Era il 27 luglio, una giornata afosa.

Alberto viveva in campagna, sorvegliando un suo podere; solo, agiato, galantuomo, trentasette anni, la stanchezza del celibato, il desiderio chiaramente espresso di prender moglie per finirla con la vitaccia di scapolo. La mamma, i parenti, le amiche si guardarono in faccia e gridarono: È lui! Come poi Marta lo vide, parve il caso.

Risalito al paese, si mise tosto per guida agli alpinisti. Che buone giornate faceva! Ma che vitaccia rischiosa e faticosa! Su e giù per le ghiacciaie, tentando valichi inesplorati, incitando la vanit

Vostra sorella somiglia a vostro padre; mentre voi siete come la vostra povera mamma. Cosa volete dire? Voglio dire che siete troppo buona. E poi, avete sentito? vostra sorella Cristina è stufa di questa vitaccia di contadina. Oh!... Cosa volete che faccia? Manca cose! Può andare anche a Gel a servire il curato. Maria arrossì fino alla radice dei capelli.

E babbo Frascolini, anche lui, la perdè la pazienza, e cantò chiaro sul muso al bambinone, che pecunia da buttar via non ne aveva altra, dandogli in pari tempo una buona lavata di capo per il suo ozio, la sua vitaccia, il suo vestire da bell'imbusto, tutto leccato, profumato, unguentato. «Il figlio di un segretario di campagna! vergognati