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La contessa Maria piangeva, poi si riscosse: Andiamo, andiamo. Appena scomparvero per le scale, Tonina e Margherita corsero a spalancare le finestre per vedere il professore salire in carrozza; istintivamente De Nittis alzò gli occhi, e allora esse salutarono agitando famigliarmente le mani fra la meraviglia della gente, che si voltava dalla strada a guardare.

Perchè lei fa sempre così, ribattè Margherita: i pranzi non s'improvvisano mica. Ma sibbene la risposta fosse quasi rude, si sentiva nella voce grossa della vecchia una deferenza affettuosa verso il padrone. Poichè la signorina accetta, seguitò Margherita volgendosi a Tonina, che si tormentava il grembiule bianco, dritta, impalata, farai quello che ti ho detto.

Tonina s'avanzò con una certa titubanza, ma l'altra chiese disinvoltamente a Bice se sarebbe rimasta a pranzo. Bice non sapeva come rispondere. Non creda, signorina, che sar

Mettetevi dunque qui, Margherita, io sono al vostro posto, Bice le disse con una voce così buona, che l'altra capì di poter accettare. Allora vado prima da Tonina. Il pranzo diventò più allegro, servito dalla cuoca, sebbene l'altra si alzasse sovente per riparare qualche inavvertenza.

Un altro cuoco aveva sostituito Tonina, occupata ora della vecchia Rosa, che perduta quasi affatto la conoscenza e la vista, non si muoveva più da sedere. Era diventata anche sorda.

Dopo la morte della contessa Ginevra, Bice, come unica erede, aveva seguitato ad abitarne il palazzo senza cangiarvi alcuna disposizione. Tutti i servitori avevano ricevuto la pensione restando in servizio, benchè non avessero più nulla a fare, dal momento che ella non voleva intorno se non Margherita, Tonina e la vecchia Rosa oramai rimbambita. De Nittis, compiuti i trent'anni d'insegnamento, rinunciò alla cattedra per compiacere Bice, paurosa di restar sola ed incapace di occuparsi di amministrazione. Infatti il suo patrimonio, quantunque abbastanza ben amministrato, avrebbe avuto bisogno di molte riforme e di una più intensa vigilanza. Con quella ammirabile duttilit

Nella villa non v'erano più che Margherita, Tonina e il vecchio Giuseppe, perchè il fattore abitava in un'altra casetta vicina.

Bice non si interessò che all'arredo della propria camera nuziale, ma sempre colla medesima squisitezza di cuore decise che, dopo il matrimonio, Margherita e Tonina sarebbero le sue cameriere. Esse rappresentavano la casa di lui, tutto quanto possedeva oltre i libri.

Poco dopo entrò anche Tonina, la cuoca. Le due donne avevano quasi la stessa et

Non ostante la febbre di tali esaltazioni, la natura stremata la costringeva a prendere qualche riposo. Da principio s'addormentava di un sonno inquieto sulla sedia, presso la culla, poi dovette cedere alle istanze e mettersi a letto; anche De Nittis aveva consentito a fare altrettanto, dividendo le ore di veglia con lei, Margherita e Tonina. Erano gi