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che, pentendo e perdonando, fora di vita uscimmo a Dio pacificati, che del disio di veder n’accora». E io: «Perché ne’ vostri visi guati, non riconosco alcun; ma s’a voi piace cosa ch’io possa, spiriti ben nati, voi dite, e io farò per quella pace che, dietro a’ piedi di fatta guida, di mondo in mondo cercar mi si face».

La nobile virtù Beatrice intende per lo libero arbitrio, e però guarda che l’abbi a mente, s’a parlar ten prende». La luna, quasi a mezza notte tarda, facea le stelle a noi parer più rade, fatta com’ un secchion che tuttor arda; e correa contro ’l ciel per quelle strade che ’l sole infiamma allor che quel da Roma traSardi e ’ Corsi il vede quando cade.

E quella a me: «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore. Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice. Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto.

com’ io vidi un che dicea: «S’a voi piace montare in , qui si convien dar volta; quinci si va chi vuole andar per pace». L’aspetto suo m’avea la vista tolta; per ch’io mi volsi dietro a’ miei dottori, com’ om che va secondo ch’elli ascolta. E quale, annunziatrice de li albori, l’aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l’erba e da’ fiori;

com’ io vidi un che dicea: «S’a voi piace montare in , qui si convien dar volta; quinci si va chi vuole andar per pace». L’aspetto suo m’avea la vista tolta; per ch’io mi volsi dietro a’ miei dottori, com’ om che va secondo ch’elli ascolta. E quale, annunziatrice de li albori, l’aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l’erba e da’ fiori;

E a tal modo il socero si stenta in questa fossa, e li altri dal concilio che fu per li Giudei mala sementa». Allor vid’ io maravigliar Virgilio sovra colui ch’era disteso in croce tanto vilmente ne l’etterno essilio. Poscia drizzò al frate cotal voce: «Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci s’a la man destra giace alcuna foce

La nobile virtù Beatrice intende per lo libero arbitrio, e però guarda che l’abbi a mente, s’a parlar ten prende». La luna, quasi a mezza notte tarda, facea le stelle a noi parer più rade, fatta com’ un secchion che tuttor arda; e correa contro ’l ciel per quelle strade che ’l sole infiamma allor che quel da Roma traSardi e ’ Corsi il vede quando cade.

E quella a me: «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore. Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice. Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto.

E a tal modo il socero si stenta in questa fossa, e li altri dal concilio che fu per li Giudei mala sementa». Allor vid’ io maravigliar Virgilio sovra colui ch’era disteso in croce tanto vilmente ne l’etterno essilio. Poscia drizzò al frate cotal voce: «Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci s’a la man destra giace alcuna foce