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Io ti dico che un uomo potente, un di quelli che gettano un tozzo di pane per il delitto che fanno commettere, aveva posto gli occhi addosso a tua sorella, e ha avuto il cuore di venir qui, egli stesso, pochi momenti fa!... Dio! forse quello che saliva in carrozza al momento ch'io svoltava in casa?

Per altro, si faceva forza; svoltava l'angolo della strada, usciva dal ballo, entrava nel palazzo Carignano, e le pericolose immagini svanivano tosto, lasciando l'onorevole Ariberti a tu per tu col suo genio parlamentare, che è, in mancanza di meglio, il genio tutelare dei deputati.

In quel punto, ella svoltava per via Enrico Poggi via appartata, silenziosa, con case che paiono villini e suonava a un portoncino. Si era voltata al rumore dei miei passi, un po' contrariata, mi parve, che qualcuno l'avesse seguita.... Così potei accertarmi che ella era bellissima. Visione di un istante!

La piccola processione svoltava nella strada di Quadronno. Quella via fiancheggiata da poche e malandate case qua e l

Vestita di bianco, con un leggiero scialletto di crespo bianco sulle spalle, Clara, in quelle ultime lunghe sere di estate, aspettava Giovanni al balcone. Prima, la solinga donna leggeva un poco, si aggirava come un fantasma per la casa deserta; poi, verso le nove, approssimandosi l'ora dell'arrivo, ella esciva sul balcone, interrogando le penombre di via del Babuino. Malgrado che l'afa di quella fine d'agosto togliesse la gente alle case soffocanti e la spingesse per le vie, in cerca di un fantastico fresco, via del Babuino era spopolata. È lontana dal centro: ed è via di forestieri, che la popolano solo nell'inverno. Pochissima gente l'attraversava; avanzandosi la sera, non più un viandante. Clara guardava l'alto della strada, verso piazza di Spagna, donde giungeva sempre Giovanni, quando giungeva: e appena una persona svoltava l'angolo, essa si piegava sui ferri, cercando distinguere l'alta figura e il passo un po' lento, a lei così noti. L'ora serotina si svolgeva, calda, spesso attraversata da un molle soffio sciroccale; Giovanni non compariva. Affaticata dallo stare in piedi, ella si sedeva sovra uno sgabello di legno, che era fuori sul balcone; appoggiava la testa ai ferri, in atto di pazienza e di riposo; talvolta, un lieve sonno la coglieva; alle undici e mezzo, che ella sentiva suonare a Santa Maria del Popolo, si levava, rientrava, poichè Giovanni non sarebbe venuto più. Un brivido di freddo la coglieva, in casa: e si accostava alla sua scrivania, per scrivergli un biglietto, una lettera, lagnandosi che egli avesse ancora mancato alla promessa. Ma, sedutasi, si rialzava subito: a che lagnarsi? Su sette sere della settimana, egli mancava cinque: e la lasciava, così, in una interminabile aspettativa, fuori su quel balcone, in una solitudine e in una malinconia grande, sapendo benissimo che ella lo aspettava ogni sera e che era sola, solissima. Adesso, ella non si lagnava più, giacchè le scene la stancavano e la impaurivano, perduta di energia, precipitata e giacente nella inazione spirituale di chi ha troppo amato inutilmente: e non lamentandosi lei, egli non si scusava neppure e aveva l'aria di non rammentarsi che ella non esciva, non vedeva nessuno, per lui soltanto. Oramai, Clara non aveva più quelle crisi di violenza, in cui malediceva l'aridit

E via, di galoppo, svoltava subito per un vicoletto e andava in altro punto della via per godersi la scenetta di lontano. E la scenetta, come vi potete figurare, prendeva a poco a poco proporzioni fenomenali. Tutta la casa era in trambusto, mentre il disgraziato bussava all'uscio d'un Peppino Bonaiuti imaginario.