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Ad onta dei bandi viceregali e delle promozioni testè menzionate, l'esercito italico rimase attonito e costernato in sulle prime dalla notizia dell'armistizio conchiuso fra il principe Eugenio e il maresciallo Bellegarde. Ma ben presto si dileguò quella costernazione. Il generale Teodoro Lecchi assicurò l'esercito che il vicerè non s'indurrebbe giammai ad abbandonarlo, e che ogni sforzo di lui tenderebbe, all'incontro, a stabilirsi fermamente in mezzo all'esercito stesso ed in Italia. Le quali assicurazioni mutarono repentinamente in trasporti di gioia e di riconoscenza le mormorazioni che prima si erano udite. Gli è certo, di fatti, che i generali Fontanelli e Bertoletti, partitisi pria del 20 d'aprile da Mantova per a Parigi, e latori di istruzioni ufficiali per non chiedere altro che la conservazione e l'independenza del reame d'Italia, erano stati inoltre incaricati, non solo dal vicerè, ma e dall'esercito, di far instanza acciò al principe Eugenio venisse data la corona italica. Intanto l'avviso ufficiale del conchiuso armistizio, e l'ordine di convocare il senato per la nomina dei due oratori del governo da spedirsi a Parigi, erano gi

Consegnai all'ufficio della diligenza il mio bagaglio da spedirsi l'indomani a Tirano, ove lo avrei fatto ricuperare a mio comodo. Feci colazione da un trattore, e partii. Mi ricorderò fin che vivo quel viaggio pedestre veramente meraviglioso per un milanese che non era mai uscito dal nido. L'aspetto del lago di Como aveva attirato la mia attenzione, come il soave preludio che apre una sinfonia.

Il conte Maldengo, segretario dell'ambasciatore d'Alemagna, mi portò stamattina la vostra lettera. In quest'anno dunque è il primo di oggi che nell'animo mio amareggiato spesso, attediato sempre, entrò uno schietto conforto. Davvero che quella lettera fu un grave rimprovero per me che in questi due anni non ho mai saputo trovare il modo di prevenire l'E. V. Ma io non sapevo a quanti piedi d'acqua si stesse veramente alla Corte di Massimiliano d'Austria, per quanto il medesimo protegga apertamente la vostra e la causa di noi tutti, e non sapevo con che cifra si avessero a vergar le lettere da spedirsi col

LIDIA. Certo che ha ragione ed è uomo di giudizio. BALIA. Ama, figlia, chi t'ama e odia a morte chi t'odia. LIDIA. Digli che me si scuopra. AMASIO. Se promettete di amarlo, lo fará volentieri. LIDIA. Dimmi prima chi sia. AMASIO. Non è negozio questo da spedirsi cosí in fretta; egli è tanto vile che stia buttato in mezo la strada, che si lasci raccôr da ognuno. LIDIA. Che dice dell'amor mio?