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22 E ricordossi che passando avea veduta un'erba in una piaggia amena; fosse dittamo, o fosse panacea, o non so qual, di tal effetto piena, che stagna il sangue, e de la piaga rea leva ogni spasmo e perigliosa pena. La trovò non lontana, e quella colta, dove lasciato avea Medor, diè volta.

"Selvaggio! Selvaggio!" Un'intenzione micidiale era in fondo a quelli impeti, un'intenzione che non osavo confessare a me stesso. Se una volta alfine le contratture dello spasmo, in una di quelle strette, avessero distaccato dalla matrice il germe tenace! Io non consideravo il mortale pericolo a cui esponevo Giuliana. Era evidente che, se un caso simile fosse avvenuto, la vita della madre avrebbe corso un grave rischio. E bene io da prima, nella mia demenza, non pensai se non alla probabilit

19 Sa questo altier ch'io l'amo e ch'io l'adoro, mi vuol per amante per serva. Il crudel sa che per lui spasmo e moro, e dopo morte a darmi aiuto serva. E perché io non gli narri il mio martoro atto a piegar la sua voglia proterva, da me s'asconde, come aspide suole, che, per star empio, il canto udir non vuole.

Fonte d’oblio che ti nascondi ai raggi del sol, tu vedi le mie mani in croce. Ti riconosco. Sola ormai la voce tua vince i vasti cantici selvaggi. Prendimi!... Ansando io fino al cuor m’immergo, che si contrae nel subitaneo spasmo, ma resiste. In te nasco, in te mi plasmo, del battesimo tuo la fronte aspergo.

Ma poi che nostro fato è andar pel mondo, tu con la tua cazzuola e col secchiello di calce, io col pensier che m’è coltello infisso ove lo spasmo è più profondo: andare andar, fin che la morte a schianto ci abbatta colla faccia sulla pietra, per consolar la tua tristezza tetra ti tesserò col canto un dolce incanto. .... Non vedi?... Dalla porta spalancata entrano, a gruppi, taciti fratelli.

Ne le viscere tue passi e riviva Ogni duolo, ogni spasmo, ogni singulto Tutto il dolor che ci dilania occulto Trabocchi in te, perchè di noi tu viva: Perchè da l’alma tua scossa e sconvolta Prorompa il canto che sia noi!... Cammina Per sassosa e dirupata china De la giustizia, o solitaria scôlta: Inciampa, cadi e ti raddrizza ancora Sovra il corpo d’un morto o d’un morente, Con infinite lacrime piangente Per l’ansia e la piet

Che avrai?... Le splendide Feste e i conforti Di laute cene: Spumanti calici Che gettan fiamme Dentro le vene: Tumulti d’orgie, Notti di baci Bassi e sapienti: Lunghe ore d’ozio, Corse di fieri Cavalli ardenti: Di fibra e d’anima Il raffinato Delirio intenso: Labbra d’etèrie, Larve d’amore, Spasmo di senso.