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Questa vostra nuova alleanza col Bonaparte, alla quale la vostra stampa spianava da qualche tempo la via e che voi avete arditamente confessata negli ultimi vostri discorsi alla Camera e più nei vostri atti, dovrebbe, parmi, aprir gli occhî agli uomini che in buona fede sognano tuttavia iniziatrice della emancipazione italiana la monarchia del Piemonte.

Della maggior parte si ricordano i nostri padri d'aver veduto i primi germogli, quando ancora quel nudo tratto di paese non era che una nuda sodaglia. Oggi il bosco è maturo, non dirò per i ladri, che non vivono più per i boschi, ma per tutti coloro che amano le meste solitudini e sognano sempre, quando sono in un luogo, di trovarsi in un altro.

Ora vedi, caro Franci, i comandi supremi della cavalleria italiana che erano tutti più o meno dei germanofili, sicuri che la loro cara Germania conservatrice e militarista avrebbe certamente vinto, sono oggi agitati, sbalorditi dalla piega degli avvenimenti. Vedendo crollare la Germania sognano archi di trionfo per il ritorno dell'esercito e vogliono ad ogni costo coprirsi di qualche prestigio.

Di nostra vita sparge lentamente Il mesto pan, più caro al ciel che agli uomini, Il contadin paziente. Al gelo, al sole, al monte, al colle, al piano Si muove egual la bionda spiga a tessere Del contadin la mano. Quando beati sulla prima aurora Sognano i ricchi nelle piume morbide, Il contadin lavora. Se avvampa agosto torrido la testa, A freschi lidi i cittadini emigrano: Il contadino resta.

Giro tutta la notte cogli arditi aizzando e moltiplicando i canti, ebbro non di vino ma di quell'alcool trasfigurante che tutti i filosofi sognano di sciogliere e distruggere nei lambicchi meticolosi e freddi e che si chiama Patriottismo. In questo senso non diverrò mai un antialcoolico.

Ma le fanciulle borghesi rimangono pensose; la notte forse non dormono o, peggio forse sognano; l'indomani hanno il disgusto della loro vita prosaica e senza dramma e negli angoli solitarî, a mezza voce, nella penombra, raccontano alle loro amiche la storia di Margherita.

In questi altri versi, il primo è da notare per l'equivoco della parola amanti, la quale si può riferire alla Gloria, come a tutte le donne amate in genere; ed è vero pur troppo, che di mille innamorati, i quali sognano la gloria, uno solo riesce, con pena, a conseguirla; parecchi de' versi che seguono, sentono come un soave afflato virgiliano: V'è la Gloria, sospir di mille amanti: Vede la schiva i mille, e ad un sorride.

Sotto quell'ombre, in tra le roccie rotte, Si sognano guerrieri in armature Che pugnan dal mattin sino alla notte Con la lancia affilata e con la scure, Ed il cozzar de' destrier bardati E il fluttuar dell'ondeggianti piume E gli scudi sonare e gli ululati Dei feriti che piombano nel fiume.

Li ho veduti questa mattina... magri, spettrali, curvi, camminavano lentamente sotto le volte basse dei fogliami... per spiarmi! Le donne sono più macilente degli uomini. Non hanno la forza di portare i loro bambini a cavalluccio!... Tristi spodestati sognano la loro bella citt

Il gesto della donna diventa materno per accarezzare un mento d'argento, che la luna subito con dolce meccanico furore salda alla carne. Ride il sangue del mutilato in questa bizzarra officina improvvisata di metalli innamorati e carni che sognano di metallizzarsi. Il torso di quel tenente bersagliere si rizza con forza nella pienezza della sua virilit