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Visto il porto, percorsi tutta la diga dei Boompjes, sulla quale si stende una schiera non interrotta di grandi case nuove, costrutte all'uso di Parigi e di Londra, case che, come da per tutto, gli abitanti ammirano e lo straniero non guarda, o guarda con dispetto; poi tornai indietro, rientrai in citt

Dopo lungo girovagare, avvicinandosi la notte e sentendomi stanco, sfinito, rientrai nell'albergo. Nella gioventù le passioni più violente tolgono l'appetito ed il sonno fino ad un certo punto, oltre al quale la natura si rivolta e reclama i suoi diritti. Chiesi da pranzo, e subito da bere, chè mi sentivo la gola inaridita.

Quand'io rientrai nell'albergo per annunziarle il mal esito delle mie ricerche: Ebbene! diss'ella colla massima indifferenza: noi proseguiremo il viaggio a piedi! Giungeremo più tardi, ma in tempo da prestare una mano ai nostri fratelli!

Le finestrine del casotto hanno le loro tendine bianche; le pareti e le porte sono dipinte; dentro lo scompartimento di prima classe vi son dei sedili con cuscinetti, un piccolo tavolino con qualche libro, un armadio, uno specchietto; ogni cosa lucidissimo. Posando la valigia, lasciai cadere un po' di cenere di sigaro sotto il tavolino; dopo un minuto rientrai e non ce la vidi più.

E fu un vantaggio anche per me che ho saputo limitarmi su quel benedetto vino di Piemonte; e malvolentieri, per la prima volta in vita mia, rientrai in questo mio Milano, che per quanto me lo cangino sotto i piedi, nel cuore è sempre il mio Milano. Non avevo motivo di lamentarmi de' miei affari. Tutt'altro.

Quando rientrai nella stanza di Giuliana, m'accorsi al primo sguardo che ella mi aspettava. Mi parve lieta, con gli occhi lucidi, con un pallore più animato, più fresco. Tullio, dove sei stato? mi domandò ridendo. Io risposi: Mi ha messo in fuga la signora T

Vi do tempo un'ora, e altre parole non vi appulcro cantai al sindaco ponendolo sotto custodia del sergente, e rientrai nella mia camera. Indovinasti! E la moglie a me sorridendo: Mi congratulo del perfettamente assunto piglio dittatoriale!

Io pranzai di buon appetito, feci la mia solita passeggiata, mi intrattenni un paio d'ore alla fiaschetteria cogli amici, quindi, in sul far delle dieci, rientrai in casa.

Quella sera rientrai nell'alcova, rividi Giuliana, mi trattenni al suo capezzale per qualche tempo. Durai una gran fatica a parlare. Le chiesi, guardandola negli occhi: Hai pianto? Ella rispose: No. Ma era più triste di prima. Era pallida come la sua camicia. Le chiesi: Che hai? Ella rispose: Nulla. E tu? Io non mi sento bene. Mi duole tanto il capo....

Non so quale attrazione irresistibile mi spingeva a rientrar nella chiesa. La costeggiai, per non dar nell'occhio a nessuno, e vi rientrai infatti, ma piano piano, a passo di lupo, come se fossi per commettere un delitto dalla porticina da cui era apparso il vedovo. Quale scena, gran Dio!