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La signora Maria Guglielmi, madre di Rosina, aveva una fiducia grandissima nella cameriera Mary. Madama Guglielmi era di una cospicua famiglia francese del tempo di Luigi XVI. Restituita da Napoleone al suo primo splendore, se non alle prime fortune, ne erano rimasti due rampolli nel fratello di madama ed in essa, la quale, invaghitasi dell'amabile e prode colonnello Guglielmi non ancor generale, avevalo sposato con poca sodisfazione del giovane conte Brienne, il quale, tuttora tenace dell'antica aristocrazia, sentiva qualche ribrezzo a vedere il sangue degli antichi feudatari mischiarsi a quello di un soldato, foss'egli pure il primo guerriero del mondo. Ma siccome il bellicoso imperatore prediligeva il merito militare, il signor contino dette l'assenso e ne raddolcì l'amarezza al rilevare che il generoso monarca aveva egli stesso elargito nella dote della contessina, senza che i feudi assai debilitati dal lusso del fu vecchio conte ne risentissero detrimento. Caduto il dominio napoleonico, cadde il benessere di coloro che avevano brillato durante quel regime, ed a fatica la Guglielmi potè, mercè l'influenza del fratello, ottenere dal nuovo governo la pensione come vedova del fu generale. L'ebbe per altro, e col prodotto di quella e di alcuni considerevoli beni di sua dote riuscì, se non ricca, almeno assai agiata. Il caldo amore di patria le avrebbe fatto preferire la dimora di Francia, ma d'altronde come sodisfare alla brama di primeggiare? L'adito della corte era chiuso ermeticamente ai partigiani napoleonici. Che fare dunque? Piuttosto che vivere negletta in Francia, pensò esser meglio viver considerata in Toscana, ed a Livorno patria di suo marito, che non avea lasciato parenti, fissò il proprio domicilio. Le sue grazie, poichè tuttor giovane e bella, il suo lusso, le crescenti attrattive della figlia, i divertimenti che dava aveano attirato in sua casa la miglior societ

Senonchè, fatto questo rimprovero in forma di domanda, egli vide la faccia dello strozziere, e, buono com’era, tosto raddolcì la sua voce per dirgli:

Ma s'avvide il giovine che l'infelice donna, atterrita per le violenti parole che gli prorompevano dell'animo esacerbato, volgendo il capo dall'altra parte, sentivasi oppressa da troppo forte passione, e sfuggiva il suo sguardo. Allora, supplicando chinò il capo dinanzi a lei; e colle più tenere e soavi espressioni che seppe trovare raddolcì l'amarezza che involontariamente le aveva versata in cuore; e così egli vide dissiparsi ogni nube da quella fronte venerata e cara. Le sedettero vicino i due giovani; e quando venne l'ora di staccarsi da lei, bisognò che l'onesto infermiere promettesse loro che li avrebbe lasciati tornare prima di sera. E tornarono, il Ghezzo seppe tener duro; cosicchè i due rimasero col