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Ma la contentezza d'aver riveduto il figliuolo, e l'impeto di tanti e così diversi affetti risvegliati da quel lungo colloquio avevano prostrata del tutto la povera sofferente. A un'ora di notte, quando il Ghezzo venne per mandar in pace i due intrusi, trovò l'inferma svenuta, bagnata di freddo sudore, e i due giovani affaccendati inutilmente per richiamarla alla vita.

Quando, la mattina appresso, Damiano e Rocco vennero alla porta della crociera dell'Annunziata, aspettando l'ora che fosse riaperta, il Ghezzo, che aveva scorti salire, fece le viste di non por mente a loro, e tirò dritto.

Ma s'avvide il giovine che l'infelice donna, atterrita per le violenti parole che gli prorompevano dell'animo esacerbato, volgendo il capo dall'altra parte, sentivasi oppressa da troppo forte passione, e sfuggiva il suo sguardo. Allora, supplicando chinò il capo dinanzi a lei; e colle più tenere e soavi espressioni che seppe trovare raddolcì l'amarezza che involontariamente le aveva versata in cuore; e così egli vide dissiparsi ogni nube da quella fronte venerata e cara. Le sedettero vicino i due giovani; e quando venne l'ora di staccarsi da lei, bisognò che l'onesto infermiere promettesse loro che li avrebbe lasciati tornare prima di sera. E tornarono, il Ghezzo seppe tener duro; cosicchè i due rimasero col

Quando, aperti gli occhi, vide appiè del letto quel giovine, che la guardava pietosamente, senza osar di profferire il suo nome, sorrise un poco, scosse il capo, pensando che fosse un sogno, e ricominciò una preghiera. Ma la voce del Ghezzo, che si fe' sentire in quel punto: Ehi! non conoscete più il vostro figliuolo?.... la richiamò alla verit

Ma, nel momento che don Teodoro, svoltata l'ala del portico, stava per entrare nella crociera dell'Annunziata in compagnia del Ghezzo, occupato, giusta il suo costume, a brontolar fra , vide all'altro capo del portico, in mezzo al bujo, comparir due lumi e alcune persone; e ben comprese che da quel lato un'altra infelice creatura moriva, e che un altro ministro del Signore le recava nel punto stesso il pane dell'ultimo viaggio.

Il Ghezzo, pigliato il moccolo dallo scrittojo, precedeva il prete: e discesi così dalla scaletta, attraversarono lo spazioso cortile, e salirono al portico del piano superiore, rischiarato in quel punto dagli obbliqui raggi della luna, la quale cominciava a spuntare tersa e lucente, di sopra la lunga linea bruna formata dall'opposto lato dell'edificio. In quel vasto asilo delle miserie, in mezzo all'alto silenzio della notte, ai passi del vecchio infermiere e dell'abate rispondeva, sotto le vôlte de' portici, un'eco tanto malinconica, che don Teodoro, gi