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Quello di farmi trovare sul tavolo della mia stanza un suo opuscolo, professore, sul palazzo Morò-Casabianca: una monografìa perfetta, ch'io lessi con profondo interesse ed alla quale, glielo confesso, debbo in gran parte il mio desiderio di fermarmi qui per qualche tempo. Ecco, signor conte, una delle poche soddisfazioni che io dovrò a quel mio lavoretto.

La storia era del resto semplicissima. L'ultimo abitatore di quel palazzo, il conte Sebastiano Morò-Casabianca, gentiluomo campagnuolo vissuto con fedelt

E la vecchia contadina, ch'era un po' parente alla famiglia del gastaldo e viveva in una casetta colonica presso il palazzo, gliene serbava la maggiore riconoscenza. La gita al palazzo Morò-Casabianca la fecero in un bel pomeriggio di aprile partendo di casa verso le due ore. Nel carrozzino guidato da Agnul avevano preso posto la signora Chiara e Loreta.

Sai che ho ricevuto la visita del nuovo proprietario di Morò-Casabianca? Davvero? ella chiese con accento che voleva apparire tranquillo. , avrebbe voluto conoscerti. Si trattenne a lungo con me e promise di ritornare presto. Se sei rientrata per lo stradone di Tricesimo devi averlo incontrato, Partì di qua mezz'ora prima del tuo ritorno.... Nel carrozzino del fattore Beppo? Appunto.

Durante il cammino da Tricesimo a Morò-Casabianca il Sant'Angelo aveva ripensato a tutte queste cose. Deciso ad uscire, come il suo amico gli aveva consigliato, recisamente, da una posizione insostenibile e falsa, che ogni ora trascorsa avrebbe reso più ardua e più grave, egli si sentiva compenetrato dall'idea che quanto aveva stabilito di fare stava nel suo diritto, ch'era in ciò la tutela sacra del suo onore, la difesa legittima della sua felicit

La storia dei Morò-Casabianca bisogna sentirla non gi

E quando, nel salire l'erta un po' faticosa che costeggia il palazzo Morò-Casabianca, il cavallo rallentò il passo, il fattore Beppo, uscito dal cortile al rumore delle ruote, s'avvicinò alla carrozza, per salutare la signora. Va a Moruzzo, contessina? domandò garbatamente, col berretto in mano. , a Moruzzo. C'è andato anche il signor conte Alvise.

Il Sant'Angelo si levò subito, e fattosi alla finestra vide scendere da un legnetto, che il fattore del palazzo Morò-Casabianca guidava, un signore forastiero: alto della persona, magrissimo e pallido, vestito d'un abito completo di stoffa grigia, colle mani guantate.

Il conte Leonardo celiava intanto col professore intorno al pregio di questi logori "nidi di talpe" ai quali nella sua posa d'uomo utilitario negava qualsifosse attrattiva. Poi il discorso era caduto, naturalmente, sulle vicende dei Morò-Casabianca. La leggenda del castello!... esclamò il Mangilli accentando colla voce grossa questa frase melodrammatica.

Il Sant'Angelo, che de' fatti altrui s'interessava assai poco, non s'occupò più che tanto circa il nuovo proprietario del palazzo Morò-Casabianca e ne' giorni successivi, non avendo occasione di passare da quelle parti, neppure gli cadde in pensiero d'informarsi se l'atteso fosse arrivato.