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78 Qual serpe che ne l'asta ch'alla sabbia la tenga fissa, indarno i denti metta; o qual mastin ch'al ciottolo che gli abbia gittato il viandante, corra in fretta, e morda invano con stizza e con rabbia, se ne voglia andar senza vendetta: tal Marganor d'ogni mastin, d'ogni angue via più crudel, fa contra il corpo esangue.

Noi repetiam Pigmalion allotta, cui traditore e ladro e paricida fece la voglia sua de l'oro ghiotta; e la miseria de l'avaro Mida, che segui` a la sua dimanda gorda, per la qual sempre convien che si rida. Del folle Acan ciascun poi si ricorda, come furo` le spoglie, si` che l'ira di Iosue` qui par ch'ancor lo morda.

Perché recalcitrate a quella voglia a cui non puote il fin mai esser mozzo, e che più volte v’ha cresciuta doglia? Che giova ne le fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, ne porta ancor pelato il mento e ’l gozzo». Poi si rivolse per la strada lorda, e non motto a noi, ma sembiante d’omo cui altra cura stringa e morda

Perché recalcitrate a quella voglia a cui non puote il fin mai esser mozzo, e che più volte v’ha cresciuta doglia? Che giova ne le fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, ne porta ancor pelato il mento e ’l gozzo». Poi si rivolse per la strada lorda, e non motto a noi, ma sembiante d’omo cui altra cura stringa e morda

CLEMENZIA. È cotesto il male: ché le giovani vogliono essere trattate da mogli e non da figliuole; e voglion chi le strazi, chi le morda e chi l'accenci ora per un verso e ora per un altro, e non chi le tratti da figliuole. VIRGINIO. Tu credi che tutte le donne sien come te? ché sai che ci conosciamo. Ma e' non è cosí; benché Gherardo ha un buono animo di trattarla da moglie.

Perche' recalcitrate a quella voglia a cui non puote il fin mai esser mozzo, e che piu` volte v'ha cresciuta doglia? Che giova ne le fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo>>. Poi si rivolse per la strada lorda, e non fe' motto a noi, ma fe' sembiante d'omo cui altra cura stringa e morda

Dunque... io t'ho chiesto acquavite che raspi e sèdano che morda... e non m'hai dato una cosa altra... e queste che ho sotto i denti paion frasche di zucca... in quanto poi ai nemici che tu dici.... Ci son forse novit

No, no; non voglio rispondere alla tua lettera, è inutile che ti arrabbi, è inutile che tu mi morda le mani; in questo caso tu prenderai un buon scappellotto, così... e la fanciulla faceva seguire l'atto alle parole ma una risposta scritta, non l'avrai no, no e no... Col tuo bel musino, tu saresti capace di mostrare le mie lettere agli amici... Ah! vedi?

Perche' recalcitrate a quella voglia a cui non puote il fin mai esser mozzo, e che piu` volte v'ha cresciuta doglia? Che giova ne le fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo>>. Poi si rivolse per la strada lorda, e non fe' motto a noi, ma fe' sembiante d'omo cui altra cura stringa e morda

Se nella solitudine Dove ti sei rinchiuso È giunto qualche cantico Di giovinetto illuso. Se un impudente o un ebete Parlando in metro oscuro S'imbranca colle vecchie Che dicono il futuro; Deh!.... non armar la cetera Colla mordente corda! Carni di imbelli vittime Il verso tuo non morda! Frena, romito Antonio, La beffarda parola; Non dir che pochi stolidi Son la moderna scuola!