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Perdonami!.... Ti domando; perdono!... Che hai da dirmi?... Lalla tenne ancora il musino, per un momento, ma poi fissò Giacomo, sorrise, gli si avvicinò di nuovo e passando un braccio sotto quello di lui, colla testina bassa, gli disse pianino pianino, giocando con una mano colla catenella dell'orologio del Vharè: Mi confesso, non è vero?... ... ...

La Elisa appariva come la perfetta antitesi de' suoi genitori. Sua madre era piuttosto piccola e tozza, Elisa era slanciata e svelta come un giunco odorato. Sua madre era scarsa d'ingegno; sua figlia un genietto. Suo padre era taccagno e di idee ristrette; la Elisa era una socialista spiegata senza sapere di esserlo. Forse di lei s'avrebbe potuto dire, come della maggior parte dei figli unici, ch'era un enfant gatè. La mamma, le aveva sempre voluto troppo bene, le aveva fatte buone le innumerevoli fantasie, l'aveva sempre accontentata in ogni capriccio e baciucchiata troppo. Ma le madri che amano assai non ci sentono da questo orecchio. Quanto non si è detto contro il soverchio amore di certe madri? Ai fanciulli esse parlano incessantemente e quasi esclusivamente del bel musino, del bel vestitino, delle belle scarpette, e li baciano tutto il santo giorno con tali frenesie di tenerezza, che spesso i bimbi ne scoppiano in pianto. Cari e santi baci quei delle madri! Ma non pensano desse che, a lungo andare, anche quei baci riescono fatali, giacchè stimolando senza posa nei bimbi la delicata innervazione, sviluppano in essi una, per quanto inavvertita, troppo precoce sensualit

Non mi riconosci più? le domandò Giorgio un po' seccato. Lalla, su via, obbedisci! replicò Maria vivamente. Lalla abbassò la testina un'altra volta, allungò il musino, ma non si mosse. Quando vi dovete mostrare così ineducata esclamò Maria in collera più di quanto avrebbe voluto esserlo ritornate subito subito da miss Dill.

Adesso era Lalla che faceva il muso; un musino incantevole. Parla, andiamo; sarò buono, sono buono; a costo di essere.... un imbecille! No... No!... Vada... Vada all'estero, raggiunga la diva; quella non ha scrupoli, e non lo rende ridicolo!

Il suo però, manco a dirlo, era un musino che non aveva nulla a che fare coi visacci di Michele, il quale, giunto sulla porta, sperava che Lavinia lo richiamasse indietro; ma invece la contessa non fiatò; allora si decise da solo, e piantandosele innanzi, mentre lei tornava a sorridere, e fissandolo con degli occhietti furbi, sbarrati, ne imitava a tratti, comicamente, la mimica della faccia: Amleto egli disse con tragica espressione Amleto, quando chiamò la donna perfida come l'onda, non era matto, signora contessa, no, non era matto.

No, no; non voglio rispondere alla tua lettera, è inutile che ti arrabbi, è inutile che tu mi morda le mani; in questo caso tu prenderai un buon scappellotto, così... e la fanciulla faceva seguire l'atto alle parole ma una risposta scritta, non l'avrai no, no e no... Col tuo bel musino, tu saresti capace di mostrare le mie lettere agli amici... Ah! vedi?