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Ciò prova che era una buona ragazza adatta per me. O Lidia! 25 dicembre (Natale). Sono in pace: ieri a sera ho baciati mia madre e mio padre. Oggi De Marchi mi manda delle sue novelline pel Natale: le dedica Alla mia Lina, che m'intende, Chi intende me? Io avevo tanto bisogno d'amici e di quiete d'animo, e come invece son sfortunato! Penso se mi mander

, certo: Gian Franco Marchi, specialista per le malattie del cervello. Deve essere venuto qui apposta per un consulto al senatore X *. Sar

Scrive non potere, per le turbazioni del regno suo, mandar forze in Italia, fare al papa il pagamento, ch'ei volea prima di ogni altro, per le spese sostenute da Roma negli assalti del regno. Era di 135,541 marchi; e dice Arrigo: Non enim credimus quod hodie princeps aliquis regnet in terris, qui ita subito tantam pecuniam possit habere ad manus.

Conviene il suo gran ventre rispettare ne' cambiamenti delle circostanze: rimettiamo alle nostre discendenze il ripurgar le fetide influenze. Son ben altro che Marchi e che Mattei questi archimiati audaci innovatori; son maganzesi astuti gabbadei, c'han per lo naso principi e signori.

perocché certo e' le sapeva tutte e aggiunge alle dottrine di Margutte. Margutte è il personaggio d'un ateo, ladro, ghiottone e colmo di tutti i vizi, dipinto anche con troppa vivacitá e imprudenza, ma felicemente e comicamente, da Luigi Pulci nel suo poema del Morgante. Stanza 5. Solo i Marchi e i Mattei da San Michele hanno alcune cagion d'irritamento... Stanza 23.

Lo stile del De Marchi, è limpido come l'acqua zampillante da fonte montana e rispecchia mirabilmente lo spirito dello scrittore. L'imagine precisa e vivace, la frase spirante un'emozione profondamente sentita, il concetto espresso con facile eleganza, mai nessun eccesso di parola, nessuno sfoggio di inutile virtuosit

Spacco, sfondo e incendio la tediosa atmosfera di Scandiano con un discorso ai bombardieri e una susseguente discussione sul futurismo col generale Sacchero. Dormo male a Scandiano, assillatissimo dal desiderio di conoscere presto la bella blindata che mi aspetta, le sue forme snelle e il suo cuore carburante. Ma la mia propaganda futurista e quella degli amici Marchi e Francesco Flora sembrano aver gi

La fama non ha sempre una misura perfettamente giusta nella distribuzione de' suoi favori. Non sempre i più meritevoli sono i suoi prediletti, e i suoi errori, ai tempi nostri, son forse più frequenti e più gravi che nel passato. Per essere uditi in mezzo al frastuono da cui è assordato il mondo moderno, bisogna farsi annunciare da squilli di tromba ed aver un accompagnamento di cori. Chi parla solitario deve rassegnarsi talvolta a lasciare che la sua voce sia soffocata dall'onda tumultuosa dei suoni che le si innalzano intorno. Emilio De Marchi, artista nel senso più genuino e più dignitoso della parola, ch'altro non amava se non l'arte e la verit

Quest'arte si ritrova in tutti i romanzi del De Marchi; la si ritrova in Giacomo l'idealista dove vela ed abbella una concezione di carattere che è forse la più profonda e la più geniale di quante siano uscite dalla mente pensosa del nostro romanziere, la si ritrova nell'ultimo suo lavoro in cui una storia triste si svolge in mezzo a tanto sorriso di natura, a tanta trasparenza d'aria, a tanta pace e tanto azzurro di lago e di cielo.

Emilio De Marchi, mi piace ripeterlo perchè è il più grande fra i titoli d'onore del nostro poeta, ha sempre accompagnato all'arte l'ispirazione morale e fu guidato, in tutte le sue opere, da un concetto educativo. Egli sentiva altamente la missione dello scrittore, e voleva che da ogni suo libro venisse un insegnamento che, purificando, ravvivasse i cuori.