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Quando, bimba felice, a l’origliere Desiosa di sonno, io m’affidava, Curva su l’ago ne le lunghe sere La madre mia vegliava. Cantando ella vegliava

e qual esce di cuor che si rammarca, tal voce uscì del cielo e cotal disse: «O navicella mia, com’ mal se’ carca!». Poi parve a me che la terra s’aprisse tr’ambo le ruote, e vidi uscirne un drago che per lo carro la coda fisse; e come vespa che ritragge l’ago, a traendo la coda maligna, trasse del fondo, e gissen vago vago.

Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente, ch’avere inteso al cuoio e a lo spago ora vorrebbe, ma tardi si pente. Vedi le triste che lasciaron l’ago, la spuola e ’l fuso, e fecersi ’ndivine; fecer malie con erbe e con imago. Ma vienne omai, ché gi

Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente, ch’avere inteso al cuoio e a lo spago ora vorrebbe, ma tardi si pente. Vedi le triste che lasciaron l’ago, la spuola e ’l fuso, e fecersi ’ndivine; fecer malie con erbe e con imago. Ma vienne omai, ché gi

Lo sgomento si mutò in alto terrore, quando osservarono la bussola, sei giorni dopo aver trovato l’avanzo della barca naufragata. L’ago magnetico, scambio di volger la punta alla stella polare, piegava di cinque o sei gradi verso maestro. Che voleva dir ciò? Entravano essi in una regione del mondo ove le leggi di natura non valevano più?

Rapisco a la donna che siede con gli occhi su l’ago il sogno che ride al suo cuore; il primo suo gemito al bimbo che nasce, presago di pianto, fra il sangue e il dolore;

e qual esce di cuor che si rammarca, tal voce uscì del cielo e cotal disse: «O navicella mia, com’ mal se’ carca!». Poi parve a me che la terra s’aprisse tr’ambo le ruote, e vidi uscirne un drago che per lo carro la coda fisse; e come vespa che ritragge l’ago, a traendo la coda maligna, trasse del fondo, e gissen vago vago.

insieme a punto e a voler quetarsi, pur come li occhi ch’al piacer che i move conviene insieme chiudere e levarsi; del cor de l’una de le luci nove si mosse voce, che l’ago a la stella parer mi fece in volgermi al suo dove; e cominciò: «L’amor che mi fa bella mi tragge a ragionar de l’altro duca per cui del mio ben ci si favella.

insieme a punto e a voler quetarsi, pur come li occhi ch’al piacer che i move conviene insieme chiudere e levarsi; del cor de l’una de le luci nove si mosse voce, che l’ago a la stella parer mi fece in volgermi al suo dove; e cominciò: «L’amor che mi fa bella mi tragge a ragionar de l’altro duca per cui del mio ben ci si favella.