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Essa mi ha annichilita e io ne sono riconoscente. «Poichè è questa l'eterna legge, inesorabile e magnifica: che a queste vite date a noi, la nostra vita devo essere data. «Ed io come tutte le madri estasiata e a ginocchi, la mia vita alla creatura inconscia che la esige.

Queste cellette erano numerosissime: e chi coll'immaginazione sapesse tutte riedificarle, degradarle in squallida linea, colorirle tristamente, e fingere dalla porticella del coro la sfilata dei monaci salmodianti, quegli potrebbe a messer l'abate chiedere l'eterna pace. Si dorme tanto bene all'ombra tramontana, nelle abbazie dei cistercensi, fra il silenzio degli uomini e della natura!

E non ha Amor in tutta la sua corte, m'oda chi vol, graziosi sguardi, chiara voce, o vivace lume. Perch'io pur prego lui, ch'ognor più forte con tal foco, in tai lacci e con tai dardi mi trafigga, m'annodi e mi consume. Dello stesso O novo esempio de l'eterna luce, alma gentile, ond'ogni alma più rara mirando la belt

»Anche di costei mi si spiega ora l'eterna malinconia.... Avrei dovuto avvedermi da me medesimo di tutto questo; ma per verit

Allora il duca imaginava i due uomini, armati, scagliarsi l'uno contro l'altro; vedeva il sangue scorrere, e un tremito nervoso gli passava per tutto il corpo. Il sangue ed il pianto!... L'eterna vicenda ricominciava ancora una volta; e quale fatalit

Tal fu lo sciagurato, onde la prima Fïata io stupefatto e impaurito Intesi accenti di bestemmia astuti Contro a' misteri, dietro cui l'eterna Maest

«Allorchè le cose presenti appaiono passate, e le passate presenti; allorchè divisando la tua via a oriente ti trovi a settentrione; allorchè gli occhi vedono senza lagrime le rovine del vulcano, e la gioia dei prati in primavera; allorchè la mano di tutti si alza contro di te, e la tua mano si solleva contro di tutti,¹ e il saluto di tuo padre ti suona come maledizione, e quello dei figli come rampogna; e il labbro volendo profferire la preghiera, mormora bestemmie, e i cieli nessuna altra cosa presentano fuorchè una volta della terra che il caso ha fabbricato e che il caso può distruggere.... ovvero l'eterna dimora del forte Signore del fulmine....»

E quando quelle voci tacevano un istante per ascoltare, la Natura ne sprigionava altre mille per mandare un messaggio ad Ernesta. «Salutele diceva il venticello blando baciandola sulle guancie e tentando di scioglierle i capelli. «Rimani qui» ripeteva una frasca sospinta sul viale; e la voce solenne che si levava dal lago e la solenne voce dei boschi che scendeva dalle montagne si accordavano a dire: «Qui si contempla l'eterna bellezza, qui si ode l'eterna armonia

Le rughe vi si moltiplican ratte, e le vuote pupille s'oscurano a contemplare, avide, intente, l'esasperato slancio della strada che follemente sospinge l'eterna disperazione di quello strano, immobile torrente. O decrepite case dalle facce arcigne, perchè aggrottate così le vostre ciglia granitiche?... Io non ascolterò i sinistri rimproveri che i vostri cupi androni van borbottando la sera!

Egli era felice, lo vedevo: e ciò che lo faceva soffrire, era la mia freddezza, la mia diffidenza, la mia ripulsione. L'eterna questione sorgeva, fra noi: Il tuo amore non mi piace, Nino. Hai torto: esso è sincero. Ma non mi piace. E perchè? Perchè è troppo ardente. Ti lagni di essere troppo amata? Vorrei esser amata meglio. Come, meglio? Con l'anima, col cuore, Nino. Così ti amo. Non è vero.