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Molte vecchie decrepite lisciate, che aveano un arzanal di gale e fiori, le sale di Terigi han profumate d'un misto di cattivi e buoni odori; e perché son ricchissime d'entrate, han per serventi ragazzi signori, che avean scarse mesate da' lor padri, pur hanno gemme ed abiti leggiadri.

Ormai la fama con le sue cento bocche spargeva dappertutto la notizia della prossima rovina dei Bollati, e sul palazzo pesava la tristezza che pesa sulle cose decrepite. Come suole accadere, i cosidetti amici di famiglia s'erano dispersi; non c'era ragione, dicevano, di andar a disturbar della gente che aveva tanti sopraccapi. Tutt'al più veniva ogni giovedì e ogni sabato il nobile Canziani, visitatore poco desiderabile, sia perchè pativa frequenti accessi di tosse, sia perchè i suoi reumatismi gli rendevano difficile di mettersi a sedere quand'era in piedi e di alzarsi quand'era seduto. I Rialdi, nella loro qualit

Ma il tempo passava senza recare sulle sue decrepite ali una seconda principessa d'Astianello. Eppure il Principe aveva, a modo suo, amata moltissimo la sua povera moglie. E forse appunto per questo egli era ora così fedele alla memoria di lei e alla propria libert

Nessuno di loro si chiedeva il significato della nostra risurrezione, il perchè l'Italia e la Grecia dopo diecine di secoli riapparissero nel mondo col nome di nazione, mentre nella storia come nella vita non vi sono e non vi possono essere risorti. Quali idee riapportavano dunque la nuova Italia e la nuova Grecia? Come dalle sue generazioni decrepite, per replicate infusioni di sangue barbaro e di idee civili, era sorta un'altra gente? Quale secreto veniva essa a rivelare? Dov'erano i segni della sua nuova vita, i testimoni della sua legittimit

Le rughe vi si moltiplican ratte, e le vuote pupille s'oscurano a contemplare, avide, intente, l'esasperato slancio della strada che follemente sospinge l'eterna disperazione di quello strano, immobile torrente. O decrepite case dalle facce arcigne, perchè aggrottate così le vostre ciglia granitiche?... Io non ascolterò i sinistri rimproveri che i vostri cupi androni van borbottando la sera!

Credete voi davvero nelle favole dei taumaturgi che vi promettono il paradiso? Davvero voi credete ne’ paradisi? Cominciamo a parlare seriamente, uomini! Tutte queste favole sono vecchie, vecchie, decrepite...

Dentro una stalla bassa i tre vecchi cavalli di Michelangelo ansavano faticosamente su la mangiatoia. Erano bestie decrepite che avevano logorata la vita trascinando su per la strada di Chieti due volte al giorno la gran carcassa d’una diligenza piena di mercanti e di mercanzie. Sotto i loro peli bruni, qua e l