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Vi esorto, disse, quanti siete qui a prender l'armi di subito, ed a montare a cavallo. Fuori di porta a Modena ci si prepara al certo qualche bel fatto. Codesto monsignore di Lescuns, non volendo esser molto dissimile da quel tristo di suo fratello, mentre se ne sta confabulando col Guicciardini, avrebbe presto il modo per coglierci tutti all'impensata. Fuori un miglio dalla citt

Guicciardini, di lui più giovane e meglio nato, rinunciò non ancora trentenne a una dote relativamente grossa per imparentarsi coi Salviati, famiglia potente, creandosi aderenze. Ma Guicciardini era aristocratico e Macchiavelli democratico, l'uno sentiva come un gentiluomo, l'altro si lasciava spesso andare a modi e vizii plebei: entrambi osservatori eccellenti.

Ma il momento del Macchiavelli e del Guicciardini rappresentanti nella Politica e nella Storia la mancanza di coscienza passò presto. E quando colla Riforma cominciò a formarsi l'uomo morale e il cattolicismo si riformò e le scienze mutarono il concetto della natura e il mondo non fu più l'Europa e la stampa centuplicò le idee e alle tragedie cinquecentiste della passione successero i drammi del pensiero ricostituendo la spiritualit

Le ultime opere inedite del Guicciardini e i migliori recenti studi sul Macchiavelli cominciarono ad invertire i giudizii. Il grande politico, il grande storico è Guicciardini, l'artista il letterato lo scrittore è Macchiavelli.

Staccandoci adesso dal Palavicino, ci bisogna risalire qualche mese addietro per dar conto di quel fatto accennato di volo nella lettera del Morone al Guicciardini.

Con molti di costoro adunque, e con taluno dei capi francesi, monsignore di Lescuns erasi di volo trasferito a Reggio, e qui fece chiamare a parlamento il Guicciardini, il quale a nome del papa governava la terra. In questa circostanza avvenne un fatto degno di essere raccontato. Mentre monsignore di Lescuns introdotto in certo antiporto fuori della citt

Se ciò fosse vero la gloria del Macchiavelli varrebbe quella del Galileo, giacchè le leggi della storia sono più difficili e non meno importanti di quelle dell'astronomia; ma se il Macchiavelli fu un osservatore solamente secondo al Guicciardini nello studio dei fatti politici e diverso in ciò da lui tentò ordinarli nel Principe entro una specie di sistema, non solo non ebbe coscienza potenza di una vera costruzione scientifica, ma le sue stesse osservazioni più spesso psicologiche che sociali gli riuscirono monche e insufficienti all'argomento.

In Germania necessariamente vi debbon essere maggiori forze e meno ostacoli, rispose il Guicciardini; d'altra parte, per quella via, le prime mosse non potrebbero essere esplorate. Qui invece le notizie precederebbero l'azione. Non ci può dunque esser dubbio. La sentenza del nostro governatore, soggiunse allora il Morone, potrebbe bastare senza più altro.

Qui, fatto un po' di pausa e voltosi a Francesco Guicciardini che immobile e attento non aveva ancora pronunciata parola, gli disse: Ora, illustrissimo signore, se per mandare a termine que' progetti che insieme al Morone avevate concepito a pro della nostra cara Italia, vi occorre di un uomo per collocarlo al posto il più pericoloso, fate conto su di me.

Il libro dell'Arte della Guerra deriva come il Principe dai Discorsi e in certo modo ne è il complemento; il Principe impersonava il sogno di uno Stato nazionale, il libro sulla milizia era lo studio del miglior mezzo per conquistarlo. Ma questo sogno non prese mai nella mente del Macchiavelli i contorni più o meno precisi di un disegno; il Guicciardini, che lo aveva egualmente accarezzato, in una ammirabile pagina ne dimostrò a stesso tutte le impossibilit