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Aggiornato: 27 giugno 2025
Il Guicciardini allora Presidente della Romagna coll'incarico di pacificarla, fra le cure del nuovo difficilissimo governo, nel quale mostrò le più eminenti qualit
I Milanesi che da più anni trovavansi a Ferrara, a Parma, invitati da lettere, s'erano affrettati presso il Guicciardini. Quelli che continuavano ad uscire di Milano recavansi, com'era naturale, dove sapevano trovarsi i compatrioti. Molti da principio, anzi la maggior parte, vi s'erano trasferiti senza uno scopo spiegato, ma solo per trovare un rifugio in qualche modo; come però si videro uniti in buon numero, e senz'altre occupazioni che li distraessero, tutti quanti avendo sempre volto il pensiero alla causa per la quale trovavansi costretti a vivere in quella citt
Dopo aver dunque provveduto col Guicciardini agli affari del più grave momento, e dopo avere preventivamente cercato di indovinare le contingenze possibili che potevano susseguire ai loro disegni, attuati che si fossero, il Morone se ne tornò a Roma, perchè forte gli premeva di vegliar d'accanto Leone, dare una direzione sicura ai propositi di quel pontefice, di non allontanarsi da' fianchi del cardinal Bembo, e di soffiare ne' savi orecchi di questo grand'uomo i propri consigli, a tenerlo così sulla diritta e sicura via.
Macchiavelli e Guicciardini capitarono in questo mondo e lo scrutarono. Se San Tomaso ed Egidio Colonna avevano formulato nella loro teorica il concetto dell'universale politico del medio-evo, Macchiavelli e Guicciardini esposero in vari scritti le idee del particolarismo che era la caratteristica del loro secolo.
Si stia alla promessa, si stia alla promessa! esclamò tosto che udì la cosa... Che non si abbia a dire, che noi Italiani ricorriamo sempre a questi astuti mezzi. Ne ho fatto promessa io pure, disse poi per escludere affatto il nuovo partito del Guicciardini. Quando ne avete fatto promessa, conviene attenerla, disse allora il Guicciardini dando subito di volta al discorso.
Vi supplico anzi, vi scongiuro a cercarmi un tal posto. Io di presente non ho altro desiderio al mondo che questo. Il Guicciardini a tali parole stato per qualche poco in silenzio. Se non avete altri desiderj, rispose, vi conforto dunque a non attender altro che il momento opportuno.
Il Guicciardini il quale sempre pensa alla più trista nondimanco con prudenza dichiara: «era medesimamente fama, se però è degna di credersi tanta enormit
Clemente VII, che gli aveva commesso le Storie, era succeduto ad Adriano VI sul trono di Leone X, del quale era stato segretario così accorto e stimato che pareva, secondo il giudizio del Guicciardini, piuttosto guidare il papa che servirlo.
Il secolo non aveva una coscienza morale che potesse offendersene, mentre la sua coscienza storica vi si vedeva mirabilmente ritratta. Guicciardini, che aveva combattuti i Discorsi non protestò contro il Principe, Leone X consultò poco dopo Macchiavelli sulla politica generale e sulle condizioni di Firenze; Clemente VII più tardi gli commise le storie.
Il dì stesso che i due amici avevano a partire il Guicciardini ricevette una lettera dal Morone, dove insieme alle molte cose riguardanti l'Italia e il pontefice e la futura impresa, veniva parlato del Palavicino con molte notizie intorno al medesimo, e l'ultima della di lui andata a Milano, toccando della qual circostanza, il Morone supplicava il Guicciardini, a stare attento, come più vicino a Milano, se mai gli giungesse la nuova di qualche sciagura, e a scrivergliene tosto a Roma.
Parola Del Giorno
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