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E lei mi chiamava la sua alunna ribelle.... E continuava a parlare sempre lei, e con tutte queste reminiscenze non riusciva al professor Gianlucardi, gran parlatore assuefatto a essere ascoltato, di manifestare lo scopo della sua visita, e nemmeno di deviare con qualche parola quel rapido fiumiciattolo di ciarla femminina.

Una vocina garrula con delle note di riso frenato a stento, diede il ben arrivato al professor Gianlucardi, che aguzzando gli occhi vide laggiù all'estremo lato della sala, seduta sopra una poltroncina bassa, la sua antica scolara. Povero professore, quanta pazienza aveva con me! Si rammenta di quel giorno che mi sgridò tanto, e io mi provai a sgridare lei? Oh! ero proprio cattivuccia!

Due giorni dopo vi tornò ed era uscita, un'altra volta non si sentiva bene e perciò non riceveva nessuno: e allora il professor Gianlucardi le scrisse due righe pregandola a indicargli in qual giorno e in quale ora avrebbe potuto parlarle.

È un'idea storta della mamma, questa.... Il professore Gianlucardi era sulle spine: non v'era rimedio: capiva che bisognava andarsene. Nell'atto di stringere la mano alla marchesina per accomiatarsi, le disse piano: Posso portare alla contessa Cecilia la sua promessa che....

Rise il professor Gianlucardi scotendo la testa: poi soggiunse: Non me ne volevo mescolare, perchè sono faccende troppo delicate; ma quella povera madre così afflitta mi faceva compassione, e pregato e ripregato mi provai... ma... tanto è inutile, son cervellini, quelli, che non si raddirizzano. Crede lei, professore, gli dissi, che una seria educazione non possa....

Quando la mattina dopo alle dieci arrivò al palazzo, gli parve di udire nell'interno un certo via vai di servi, e nel cortile quel leggero scalpitio prolungato di cavalli che aspettano impazienti di moversi: poi udì varie voci allegre, e quando entrò nel cortile vide una lieta comitiva di signore e di signori a cavallo sul punto di partire, e tra questi primeggiavano, accanto, una bella donna ch'era la baronessa, e quella figuretta aggraziata dell'Albertina; la quale appena vide il professor Gianlucardi con quella cera stupefatta, spronò il cavallo, e seguìta dagli altri, partì di galoppo dando in uno scroscio squillante di risa.

Il professor Gianlucardi, che è un omaccione alto e massiccio, non sapeva come rigirarsi tra tanta farragine di mobili, e per scansare una giardiniera inciampò in una causeuse e capovolse un pouff; molto più che le pesanti, ampie soprattende di stoffa damascata delle due finestre attenuavano anche troppo la luce in quella sala.

L'educazione... interruppe con voce tonante il professor Gianlucardi che aveva il difetto d'interrompere sempre e quello di stemperare un'idea in un lago di parole: l'educazione... e continuò così a lungo che io credei volesse affogarmi in uno di quei trattati di educazione a regole stabilite, applicabili in tutti i casi, come le medicine delle quarte pagine dei giornali. Quando il professor Gianlucardi, pensai, sar

La signora è sempre in letto, diceva un servo, quando il professor Gianlucardi, in un'ora che gli parve adattata alle visite, si presentò al palazzo della marchesa Albertina.

Vedendo che consigli, ammonizioni o preghiere valevano, le venne in mente di ricorrere al professor Gianlucardi, al quale confidato che ebbe l'animo suo e sfogato le sue angustie, finì col dire: bisogna addirittura che lei, professore, faccia di tutto perchè la mia Albertina non vada quest'anno a villeggiare dalla baronessa... non c'è che lei che possa persuaderla... e forse lei ci riuscir