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«Se voi venite dal giacer sicuri, e volete trovar la via più tosto, le vostre destre sien sempre di fori». Così pregò ’l poeta, e risposto poco dinanzi a noi ne fu; per ch’io nel parlare avvisai l’altro nascosto, e volsi li occhi a li occhi al segnor mio: ond’ elli m’assentì con lieto cenno ciò che chiedea la vista del disio.

Come ’n peschiera ch’è tranquilla e pura traggonsi i pesci a ciò che vien di fori per modo che lo stimin lor pastura, vid’ io ben più di mille splendori trarsi ver’ noi, e in ciascun s’udia: «Ecco chi crescer

Non vedo più che rocce da tutte le parti, paesaggi di granito e d'ardesia, massi fumanti, con fori rossastri o pensose finestre che guardano! E ora sono villaggi africani, fulminati dal sole! Ma i fumi, orde di negri, d

Sei stanze mi serrai dietro a chiavistello, furono le prime parole del Lautrec, e questa non mette capo a nessun luogo; siam dunque soli, soli, affatto soli! Pronunciando queste parole con quella sua voce nasale e tremenda, guardò fisso la duchessa pei fori della buffa che non alzò. Con tutti i modi avrebbe voluto atterrirla, fuorchè collo spettacolo della sua laida bruttezza.

e la faccia del sol nascere ombrata, si` che per temperanza di vapori l'occhio la sostenea lunga fiata: cosi` dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giu` dentro e di fori, sovra candido vel cinta d'uliva donna m'apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.

Di tal fiumana uscian faville vive, e d'ogne parte si mettien ne' fiori, quasi rubin che oro circunscrive; poi, come inebriate da li odori, riprofondavan se' nel miro gurge; e s'una intrava, un'altra n'uscia fori. <<L'alto disio che mo t'infiamma e urge, d'aver notizia di cio` che tu vei, tanto mi piace piu` quanto piu` turge;

Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d’entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch’amor consunse come sol vapori,

Poco parer potea del di fori; ma, per quel poco, vedea io le stelle di lor solere e più chiare e maggiori. ruminando e mirando in quelle, mi prese il sonno; il sonno che sovente, anzi che ’l fatto sia, sa le novelle. Ne l’ora, credo, che de l’orïente prima raggiò nel monte Citerea, che di foco d’amor par sempre ardente,

Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d’entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch’amor consunse come sol vapori,

Quindi fu’ io; ma li profondi fóri ond’ uscì ’l sangue in sul quale io sedea, fatti mi fuoro in grembo a li Antenori, l