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«Messere il Rerispondeva il Caserta «ma siete veramente certo che non vi abbiano ingannato?» «Ingannato! guardate se m'inganno io, leggete queste lettere, vedete la firma del Conte di Provenza, argomentate dalla risposta che cosa gli abbiano offerto i ribaldi.» «Io fremogridavano a due voci Anselmo e Rinaldo.

Che angustian l'anima di quei che vivono! E sulle spiagge dei vasti océani Singhiozzo e vagolo, fremo ed impreco Al Fato bieco Che in quest'assidua vita, pulviscolo Gramo, mi esagita; che in questo circolo Triste m'avvinghia dell'esistenza; Vana parvenza, Il Vespro è l'íncubo della mia splendida Musa, che inebbriasi di ardenti cantici Allor che in candide nebbiose bende L'alba risplende;

«Bertuccio mio, se mai l'accusa fosse una calunnia...?» «Io fremo in pensarci... ma...» «Ma a costo di morire di spasimo nella gabbia di San Marco, chi volle essere nostro padre ed amico, per l'anima mia che avr

Di villa egli è, ma il capo non gli frulla, ne sa quanto un Macope ad una cura, perché l'arte sapea di non far nulla e di lasciar l'imbroglio alla natura. Tocca il polso, l'orina vuol vedere, e poi dice: Ha la febbre il cavaliere. Diman verrò, vederem, penseremo; non mangi, e beva generosamente. Marfisa al suo partir diceva: Fremo; costui è un asin risolutamente.

Ecco le parole che Enrica lesse e rilesse. Roberto continuava, scrivendo: "Sono certo che tu, conoscendo la mia indole, aspetti ch'io m'uccida per non sopravvivere a una condanna.... Tu non hai, da tempo, altra bramosia che quella del mio annientamento, della mia morte. Ma io vivrò!... , vivrò. E il cuore mi dice che un giorno avremo ad incontrarci. Te lo immagini quel momento di gioia... per me? Fremo al pensarci. Gli anni di miseria che devon passare non mi spaventano... se mi sar

Ma poco dianzi, quasi ria tempesta, AMEDEO forte a nostri danni è sorto, E per entro la strage atra e funesta Il mio fedel, come tu vedi, è morto. Non mi dannar s'io fremo; in questa testa Per me si perde non leggier conforto, Così pronto e veloce ei trascorrea Ad ogni atrocit

Ariberto non ha avuto per te se non parole d'ammirazione e d'amicizia. E tu puoi credere che io avrei permesso una frase non deferente, non gentile? E sia! riprese la contessa. È stato deferente, gentile, amico, ammirativo, tutto quello che vuoi. Ma perchè hai taciuto tutto ciò che ti ha detto? Perchè mi hai inventato le bugie più puerili? Credevo tu avessi compreso che fremo, da stamane.

Io tolgo adesso gli occhi da' miei fiori, dalla mia Guida, dalla mia fiaschetta, e fremo agli ultimi brividi freddissimi che m'ha lasciato la doccia delle 11 ore. La mia escursione è incominciata da Biella, s'è spinta su al Corno del Camoscio vicino al Monte Rosa, è calata ad Orla, ha voluto il riposo allo Stabilimento Idropatico d'Oropa.

E il getto purpureo, da quel petto sul tuo petto allora e sempre, e il vano tuo fuggire: e il subito cader dell’odio, a piombo sul corpo offeso: e il dopo: stupefatto vuoto silenzio, ove il terror dell’atto compiuto fremo come un sordo rombo. Ma tu non parli; e un tremito convulso dalla radice dei capelli ai piedi ti scrolla; e guardi tu, ma non mi vedi, o dai fratelli, per tua mano, espulso.

I vostri occhi così vivaci e tanto spesso pieni di malinconia, la vostra bocca sempre così fresca e dove il sorriso assume tante forme novelle e bizzarre, mi attirano irresistibilmente: io adoro le vostre perfette mani e quando immagino che esse possano passare sui miei capelli, con una lenta carezza, fremo di un lungo brivido: tutta la vostra persona esercita su me il fascino, che non si vince, dei corpi giovani e belli, fatti per l'amore...