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Indi m'apparve un'altra con quell'acque giu` per le gote che 'l dolor distilla quando di gran dispetto in altrui nacque, e dir: <<Se tu se' sire de la villa del cui nome ne' dei fu tanta lite, e onde ogni scienza disfavilla, vendica te di quelle braccia ardite ch'abbracciar nostra figlia, o Pisistrato>>. E 'l segnor mi parea, benigno e mite,

Cio` che da lei sanza mezzo distilla non ha poi fine, perche' non si move la sua imprenta quand'ella sigilla. Cio` che da essa sanza mezzo piove libero e` tutto, perche' non soggiace a la virtute de le cose nove. Piu` l'e` conforme, e pero` piu` le piace; che' l'ardor santo ch'ogne cosa raggia, ne la piu` somigliante e` piu` vivace.

Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che ’l parlar mostra, ch’a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio. Qual è colüi che sognando vede, che dopo ’l sogno la passione impressa rimane, e l’altro a la mente non riede, cotal son io, ché quasi tutta cessa mia visïone, e ancor mi distilla nel core il dolce che nacque da essa.

Indi m’apparve un’altra con quell’ acque giù per le gote che ’l dolor distilla quando di gran dispetto in altrui nacque, e dir: «Se tu se’ sire de la villa del cui nome ne’ dèi fu tanta lite, e onde ogne scïenza disfavilla, vendica te di quelle braccia ardite ch’abbracciar nostra figlia, o Pisistr

Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che 'l parlar mostra, ch'a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio. Qual e` colui che sognando vede, che dopo 'l sogno la passione impressa rimane, e l'altro a la mente non riede, cotal son io, che' quasi tutta cessa mia visione, e ancor mi distilla nel core il dolce che nacque da essa.

Se la donna tace, o perchè molto debole o perchè ipocrita, distilla dall'alambicco del cuore nel segreto della sua stanza lagrime amare, che solcano l'anima e coltivano la vendetta; tanto più feroce e crudele, quanto più lenta e meditata.

Cio` che da lei sanza mezzo distilla non ha poi fine, perche' non si move la sua imprenta quand'ella sigilla. Cio` che da essa sanza mezzo piove libero e` tutto, perche' non soggiace a la virtute de le cose nove. Piu` l'e` conforme, e pero` piu` le piace; che' l'ardor santo ch'ogne cosa raggia, ne la piu` somigliante e` piu` vivace.

Presso qui sta di gravi opere denso un armadio di libri, che raduna in poco il mare della scienza immenso che sta sotto la luna; che la ragione delle cose amara mi distilla nel cerebro e l'essenza com'acido purifica e rischiara della volgar coscienza;

E io a loro: «I’ fui nato e cresciuto sovra ’l bel fiume d’Arno a la gran villa, e son col corpo ch’i’ ho sempre avuto. Ma voi chi siete, a cui tanto distilla quant’ i’ veggio dolor giù per le guance? e che pena è in voi che sfavilla?». E l’un rispuose a me: «Le cappe rance son di piombo grosse, che li pesi fan così cigolar le lor bilance.

Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che ’l parlar mostra, ch’a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio. Qual è colüi che sognando vede, che dopo ’l sogno la passione impressa rimane, e l’altro a la mente non riede, cotal son io, ché quasi tutta cessa mia visïone, e ancor mi distilla nel core il dolce che nacque da essa.