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Per ottemperare a questi due doveri, il presidente della Camera, avvocato Mari, nominò a commissarî dell'inchiesta quelli fra i deputati che si erano mostrati i più accaniti avversarî di essa, e perchè poi la venisse definita più prestamente, nominò due assenti e di ignota dimora.

Sono colpi di mano che gli speculatori più furbi e più pratici fanno a danno dei piccoli capitalisti: sono nuovi imbrogli non preveduti dai codici. Il Comitato incaricato dell'inchiesta credette bene di cominciare le sue investigazioni chiedendo informazioni e schiarimenti ai giuocatori più famosi e fortunati, a Vanderbilt, Gould e Hatch, tre colossi di Wall Street, la trinit

Una magra soddisfazione alle vittime di un tale stato di cose rimane: il sapere che ne fu fatta la constatazione da inchieste private ed ufficiali in termini su per giù identici da anni ed anni. La fece Ferdinando II nel 1838, la ripeterono nel 1875 da privati gli on. Sonnino, Franchetti e Cavalieri e in forma ufficiale la Giunta Parlamentare di cui fu relatore l'on. Bonfadini; fu riprodotta dall'onor. Damiani nel volume dell'Inchiesta agraria; fu riassunta da me nel 1885 nello scritto sulla Delinquenza della Sicilia e le sue cause; e tante Inchieste e tanti rapporti sono stati fatti che in dicembre scorso, nel periodo più acuto delle turbolenze il compianto on. Cuccia in nome di un comitato composto dei più fidi amici dell'on. Crispi malinconicamente conchiudeva: «Più inchieste sono state fatte, cento relazioni dai corpi più conservatori sono state mandate, mille rapporti sono stati scritti da tutti i funzionarî che si sono succeduti in Sicilia. E tutti, unanimi, hanno presentito i fatti d'oggi e quelli di domani, e tutti hanno fatto proposte, hanno reclamato provvedimenti, che sono restati lettera morta, come se il governo fosse l'ente più misoneico della societ

Sono essi, che hanno calunniato la borghesia e che hanno generato l'odio di classe? Badaloni prende il volume dell'Inchiesta Agraria del Damiani e mostra che l'odio di classe è antico e produsse le manifestazioni del 1848 e del 1860 di quella popolazione, che lo stesso on. Crispi chiamò sobria, schiava della fame e del lavoro.

Questa fiducia non era tuttavia generale e lo stesso Ferpierre, dopo il primo movimento di stupore e di piacere alla comunicazione del telegramma, temeva anch'egli di non potere ancora uscire del dubbio. Se la morta confessava d'essere sul punto d'uccidersi, se mandava alla suora l'ultimo saluto, costei, ricevendo quella lettera, leggendo quell'annunzio, non avrebbe dovuto accorrere, o almeno rispondere e cercare di avere altre notizie, di sapere se il proponimento funesto era poi stato compito? E poichè tutti i giornali del mondo avevano parlato della catastrofe e delle accuse, degli arresti, dell'inchiesta, non era per la religiosa un dovere di coscienza far tenere alla giustizia la lettera? Nulla era venuto; dunque la lettera non annunziava il suicidio! Bisognava pertanto considerare come singolarmente peggiorata la condizione degli imputati. Mancando un'esplicita allusione al disperato proposito della scrittrice, sarebbe parso sempre meno probabile che, un'ora dopo, ella si fosse uccisa; ma a quale dei due accusati bisognava imputare il delitto? Si poteva sperare che ella avrebbe espresso la paura suscitata in lei dal minaccioso contegno di uno dei due? Non era più probabile che la lettera non sarebbe stata esplicita in nessun senso, e che, pure confermando l'ambascia dalla quale l'infelice era occupata, non avrebbe annunciato la determinazione di morire? In tal caso l'ambiguit

Il volume dell'Inchiesta agraria consacrato dal compianto Morpurgo ai Contadini del Veneto attesta che nel mio giudizio non c'è alcuna esagerazione. Del Mantovano e di qualche altra zona della bassa Lombardia si potrebbe dire altrettanto.

Il Ferpierre dimenticava ora il suo rimorso nel fervore dell'inchiesta, comprendendo d'essere molto vicino alla verit