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«Quando il leone dell'Elba scosse le catene per ritornare in campo a ricominciare la lotta, i popoli, scorati o ribelli, lo rinnegarono, lo consegnarono al nemico, l'obbliarono o, peggio ancora, ricordarono lui vivo e sofferente a Sant'Elena come una sublime figura istorica gi

I carabinieri consegnarono le buste dei nostri denari al capoguardia, il quale si mise a registrarle, ci salutarono e noi passammo nello stanzone a pianterreno intitolato «banchi di rigore». Lo stanzone, colle due finestrucole che davano sul viottolo, era buio. Col suo immenso lastrone infisso lungo la parete, cogli anelloni sotto il rialzo dei piedi e al disopra della testa, faceva rabbrividire.

ARTAUD DE MOUTOR, gesuita laico che ha scritto la Vita dei Papi, nega risolutamente il fatto; senonchè, poche pagine dopo, accusa i Veneziani perchè lo consegnarono al Papa, e non ne proseguirono il processo a Venezia, sopportando così che la sentenza di cotesto filosofo venisse dettata dagli Spagnuoli. Bara coerenza di storico!

Allora i padrini misurarono la distanza, caricarono le pistole, ce le consegnarono montate, e ci posero in guardia. In quel momento, avendo paura d'aver paura, io non pensava più a nulla. Guardai in faccia il dottore, che aveva i capelli irti, ed era pallido come un morto. Pareva che la sua testa si sostenesse più del solito sui solini, la sua bocca faceva uno sberleffo. Egli si teneva immobile colla pistola tesa. Io mi avanzai verso di lui lentamente, e giunto circa alla met

Fu gran connestabile del regno di Napoli, dove si legò strettamente alla dinastia d'Aragona, egli stesso si chiamò de Aragona, al servizio del re Alfonso II e quindi di Ferdinando II. Fu incaricato di arrestare la marcia di Carlo VIII di Francia, attraverso l'Etruria, ma i figli di Virginio, Giovanni Giordano e Carlo, per ordine del padre, secondo i patti convenuti, consegnarono al monarca che si dirigeva alla conquista di Napoli, i loro castelli e questa inevitabile defezione degli Orsini dischiuse al conquistatore la via di Roma.

Intanto, durante le trattative erano sopraggiunti altri insorti guidati dal curato Boifava, e il capitano acconsentì di arrendersi; ufficiali e soldati consegnarono le armi e i bravi bresciani preso possesso del convoglio delle munizioni, per vie montane, onde evitare l'incontro di qualche squadrone di cavalleria, si diressero verso Brescia ove giunsero sul fare di sera del giorno seguente accolti dalla cittadinanza con luminarie e grande entusiasmo.