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Ma che diamine ti saltò in mente di vestirti a quel modo e di costringerti a non metter fuori che cinque o sei monosillabi? Compatiscimi, Felicino! Ho pensato che, essendo i cinesi il popolo più cerimonioso del mondo, io, come cerimoniere di casa mia, non potevo fare a meno di vestirmi da mandarino.

Fatela passare nella sala dove ricevo, rispose la principessa molto turbata. Poi, come pentendosi, aggiunse: No: no: che aspetti nell'anticamera. Il principe capì che c'era qualche cosa di tenebroso: qualche cosa, per lo meno, che a lui si voleva tener celato. Si alzò, un po' rigido, dicendo alla moglie: Se me lo permettete, tornerò a farvi una visita stasera e si accomiatò molto cerimonioso.

Ed egli andava cercando di ricomporne le frasi nella sua mente, ed ora si pentiva di non averle scritto più umilmente appassionato, ora di non avere usato uno stile più cerimonioso e tranquillo. E frattanto, nessuna risposta. Due ore, tre ore, passarono in quella aspettazione angosciosa. Forse era giorno di visite? No, era un martedì, e la marchesa non riceveva che le mattine del giovedì.

Il generale diss'egli ha gran bisogno di voi. Lo penso; rispose l'ufficiale, facendo un breve saluto cerimonioso. Maurizio s'incamminò sulla spianata, verso il gran viale de' tigli.

Ma a lui la notizia aveva dato un coraggio da leone. Si levò in piedi, il conte Gualandi, si tirò indietro due passi, e, facendo un amabile scorcio di vita, così parlò con cerimonioso sussiego: Signorina, potevo venire ieri a Castelnuovo, e mi era parso troppo presto. Dovevo venire domani, e mi pareva troppo tardi per il mio desiderio.

O chi poteva immaginarsi che Bardelli fosse diventato un uomo così cerimonioso?... Mangi, mangi. Allora Varedo si accorse che sua moglie toccava appena le vivande, e le chiese: Tu cos'hai? Niente, non ho fame. Eugenio Bardelli si sente una pulce nell'orecchio.

L'incontro, adunque, fu freddo e cerimonioso che nulla più. Gino, d'altra parte, era come smemorato; non vedeva, non intendeva niente di ciò che gli stava dintorno, o che gli toccava di fare. Desiderava la presenza di Giuseppe, il nostro povero Gino; ma Giuseppe non c'era, ed egli doveva starsene con l'anima in soprassalto fino a Modena, che era come dire fino al giorno seguente. E peggio ancora quella fermata a Sassuolo, che non il viaggio di Fiumalbo fin l

Da molto tempo, egli non le parlava più della sua passione per lei: non pronunziava parola, non facea atto che gliela potesse menomamente ricordare: era con essa compassato; glaciale: avea un tono cerimonioso nel quale le pareva indovinare una certa lieve ironia.

Nel salotto della duchessa de Bara, gl'isabellisti sono agitati, indignati; si è sparsa la voce che Currita abbia chiesto di esser nominata Camarera major della Cisterna, come gli isabellisti sprezzosamente chiamano la regina Vittoria, moglie di Re Amedeo I. Al suo arrivo, Currita è salutata da un ironico scoppio di applausi, al suono dell'inno reale amadeista: ed ella, fingendo di non capire l'atto ironico di Gerito Sardona che, servendosi d'un vassoio da per cappello, imitava l'angoloso e serio saluto di Re don Amedeo, risponde con la caricatura del cerimonioso saluto della regina donna Maria Vittoria, e s'inoltra prodigando a destra e a manca eleganti saluti di gran signora di Corte.

Mai suocera al mondo meritò tanto un simile omaggio, od altro assai meno cerimonioso di quello. Come sta madonna Bianchina? gli domandava frattanto il Fiesco. Bene, benissimo; e saluta, s'intende, e abbraccia la sua bella mamma. Perchè non condurla con voi? Era la stessa domanda di don Garcìa; ed ebbe l'istessa risposta.