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Visto quello sgorbio, imitato da una fotografia, riconoscono dalle due ciocche curve su le tempie, alla Napoleone terzo, chi si è voluto rappresentare; e l'amante, ridendo, prende un pezzetto di carbonella e, spinte molto in fuori le due curve, disegna l'emblema di quel che era moralmente il conte di Albornoz, marito di Currita.

Cacciato via Re don Amedeo, spenta la repubblica, intronizzato don Alfonso, Currita è più in voga, più alla moda che mai. Il suo amante, che ha tradito re Amedeo, la massoneria, gli isabellisti e tradirebbe re Alfonso, se ne avesse il tempo appena elevato a grande di Spagna dal nuovo re, cade sotto il giustiziere pugnale della massoneria. Allora quella stessa societ

Le lettere, per vendetta, vengono inviate al marito. La stampa se ne mescola: lo scandalo è grande. Ma Currita che pensa soltanto a , vuol vendicarsi dell'impertinente direttore della España con honra, e indìce all'amante di sfidarlo. Il povero Juanito Velarde riceve una palla in petto e muore.

Questo è appena un abbozzo a tratti di lapis della figura di Currita de Albornoz, la trista eroina di Pequeñeces.

Nel salotto della duchessa de Bara, gl'isabellisti sono agitati, indignati; si è sparsa la voce che Currita abbia chiesto di esser nominata Camarera major della Cisterna, come gli isabellisti sprezzosamente chiamano la regina Vittoria, moglie di Re Amedeo I. Al suo arrivo, Currita è salutata da un ironico scoppio di applausi, al suono dell'inno reale amadeista: ed ella, fingendo di non capire l'atto ironico di Gerito Sardona che, servendosi d'un vassoio da per cappello, imitava l'angoloso e serio saluto di Re don Amedeo, risponde con la caricatura del cerimonioso saluto della regina donna Maria Vittoria, e s'inoltra prodigando a destra e a manca eleganti saluti di gran signora di Corte.

Niente di straordinario ci sarebbe infatti se lo Zola, o il Daudet, o il Bourget ci avessero dipinto Currita d'Albornoz, e la societ

Tutta Madrid si commove pel caso dell'inesperto giovanotto, e accusa Currita di averlo spinto a morire. Che ho da vedere io con lui? ella risponde a un'amica Gli ho io detto di battersi forse? Chi gli ha ordinato di fare il paladino? Il mestiere di Don Chisciotte è pericoloso, cara mia!

Ma quando mezza Madrid le affluisce in casa per opprimerla di ipocrite condoglianze cortigianesche, Currita recita mirabilmente la sua parte di inconsolabile. Povero ragazzo! Se ella avesse potuto sospettare!

La perquisizione riesce vuota, ma l'ispettore ha però portato via un mazzo di lettere profumate trovate nel cassetto a doppio fondo d'un armadio, in camera di lei. La calligrafia di queste lettere amorose, scritte da Currita al predecessore di Juanito Velarde, e ritirate dopo la rottura, mettono il Governatore in caso di riconoscere l'autrice della falsa denunzia.

Currita d'Albornoz! Ma si direbbe che il p. Coloma l'abbia conosciuta molto da vicino, a Madrid, nell'alta societ