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E, per esempio, il Caracciolo non potè mai persuadersi che per festeggiare S.a Rosalia si dovessero impiegare cinque giorni; e se ne arrabbiava sempre, e all’appressarsi di luglio più che mai. Una volta, non potendola mandar giù, decretò che i cinque giorni si riducessero a tre. Fu una scintilla scoccata sulla polveriera: la polvere, asciutta da un pezzo, scoppiò; Senato e cittadinanza conturbati, protestarono gridando, ed uno dei tanti cartelli attaccati per le strade minacciava: o festa o testa! ma il Caracciolo rimase impassibile. Riuscito vano ogni tentativo, il Senato mandò al Re in Napoli un memoriale del Segretario del magistrato della citt

Egli non sapeva darsi pace pensando che miserabili senza nome osassero gettare il ridicolo su lui; sicchè, fingendo di prendersela pel decoro delle famiglie, vietava «a qualunque persona, di qualsiasi grado, ceto e condizione si fosse il poter comporre, pubblicare, spargere o affissare o scrivere tali libelli e cartelli infamatori e contumeliosi, in versi, in prose, in figure esprimenti il carattere, in satire, in pasquinj, in qualunque altra guisa», e prometteva premî da trecento onze a chi siffatti delitti segretamente denunziasse¹⁸².

Due colonie vicine, situate in terreni paludosi, trovarono presto compratori italiani quando vennero battezzate coi nomi di Umberto e Margherita. Nei cartelli réclame di queste colonie erano disegnate due belle piazze, intorno alle quali dovevano sorgere le abitazioni. I poveri contadini recatisi sul posto trovarono che al posto delle piazze v'erano delle canadas piccole paludi.

Quei cartelli informavano il pubblico che il giornale ingrandiva il formato, portava il prezzo da due a un soldo, avrebbe contenuto articoli d'insigni scrittori, corrispondenze telegrafiche da tutte le parti del mondo, romanzi novissimi; quei cartelli facevano molte altre promesse, che avrebbero lasciato il pubblico indifferente, se fra tutta quella farragine di innovazioni non avesse letto che il giornale trasferiva i suoi uffici al pian terreno del palazzo Urbani.

Nel fetido cortile a pozzo, divenuto deserto, il pompiere di guardia si arrotola una sigaretta e se l'accende. La penombra lascia appena scorgere tutt'intorno dei cartelli con la scritta: Es prohibido fumar.

Domandarono la rescissione dei contratti, ma il venditore rimediò creando per le due colonie un centro solo al quale dette il nome di Nuova Roma, e tutti contenti. I cartelli réclame poi sono capolavori del genere: la «pianta» delle colonie vi appare tutta verde, con belle strade bianche, divisa in quadri sui quali l'ingenua fantasia dei contadini miete messi abbondanti.

Nella settimana precedente le elezioni generali, ai manifesti di ogni colore che tappezzavano i palazzi, le case, i monumenti di Roma e formavano come una grande cintura intorno all'obelisco di Montecitorio, erano frammisti molti cartelli che ammiravano la trasformazione del giornale La Stampa.

Le statue pertanto e le mura dicevano quello che gli uomini non potevano o non osavano. Quest’ultima figura era e fu lungamente la favorita dai Palermitani: ai suoi piedi i popolani del quartiere si raccoglievano chiacchierando; e dal suo collo pendevano di tanto in tanto cartelli di collera, di protesta, di minaccia, che non si sarebbero altrimenti potute ripetere senza supplizî o bastonate.

I Francesi giunti al bivio della strada di Civitavecchia distante 1500 metri da Roma non si bipartirono, ma conforme loro persuade la consueta superbia tirano innanzi di conserva per la via che mena a porta Cavalleggieri. Di tratto in tratto incontravano scritto sui muri, ovvero sopra cartelli pendenti da pertiche l'articolo quinto della loro costituzione, e i Francesi leggevano e ridevano, usi a tenere le costituzioni in pregio di fazzoletti da naso, e peggio. Anco il giornale del Generale Vaillant ricorda queste iscrizioni; erano della libert