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Così il conte Bobboli: costui non pensava che a godersi in pace i suoi milioni, e sopratutto a vivere all'ombra, quietamente, schivando ogni rumore, dando sempre ragione a tutti quanti, per la tema di poter essere tirato in ballo anche nella più piccola quistione.

Aveva perduto insieme la voce e la parola. Fece per sedersi, ma tutti intorno, gli bisbigliarono piano: La lettera! La lettera! Era la lettera del vice presidente, del conte Bobboli, colla quale scusando la propria assenza perchè ammalato, inviava il suo saluto e la sua adesione al conferenziere.

Tu imponi a tuo marito di accettare la presidenza della Cisalpina. Alla vicepresidenza avremo l'attuale presidente provvisorio, il marchese Tolomei, o il conte Bobboli.... La compagnia è ottima. Abbiamo con noi il fior fiore di tutte le aristocrazie, del nome, del censo, dell'ingegno.... anche dell'arte. Lo scultore Gesualdo Arcangeli, un talento di prim'ordine.

Pio Calca, sostenuto dai preti, avrebbe speso per l'ambizione, nel suo caso innocentissima, di essere deputato, un po' dei milioni della mamma, e in quanto al conte Bobboli, a quel trafficatore d'ebano scioano, una volta tirato in ballo, avrebbe dovuto sacrificare, occorrendo, alla propria fama, e quindi al trionfo della grande idea, anche gli ultimi medjidié d'Ismail pasci

Quanto al Tolomei, sussurravano i meglio informati, è sempre stato uno spiantato. Vive di questo: si guadagna la vita a furia di andare in malora! Tutti gli altri? Il Bizzarelli, il Brunetti, il Vergani? Creature del Cantasirena e del Fontanella! Fantocci, teste di legno; tutta gente che casca in piedi! Quel beì del conte Bobboli?

È un dono del Gran re! tuonò la voce di Matteo Cantasirena, e ricordò, commosso, alcuni episodi del martire illustre.... "magnanimo". Evelina era rimasta fuori, sul terrazzo, vicino ai dolci e alle granite. Il Dizionario dei patriotti viventi aveva sospeso le pubblicazioni: il conte Bobboli beì patriotta dell'espansione coloniale era stato l'ultimo dell'ultima puntata dell'ultima appendice.

E quel beì del conte Bobboli che per non farsi vedere, per non mettersi in mostra neppure questa volta, era scappato a Parigi.... a farsi rifare il parrucchino?...

Quel povero Tolomei? La Cisalpina gli ha dato il tracollo! Il Bizzarelli, il Vergani, il Palazzoli, il Brunetti?... Tutti galantuomini, gente di lavoro, padri di famiglia, buttati sul lastrico!... Anche il conte Bobboli, tirato dentro pei capelli, intimidito, ricattato, come forse il Duranti! Anche il Beretta, persino donna Alessandrina, la madre di Pio Calca!... Tutti senza un soldo!

Vengano a vedere! E il direttore sbuffò stizzito, con un'alzata di spalle. Se ne infischiava di quella gente! All'occorrenza il Fontanella, il Calca, il Bobboli, tutti quanti, avrebbero dovuto tirar fuori degli altri quattrini. Ma per la Cisalpina, per la riuscita della grande impresa, occorreva il capitale fluttuante, enorme, inestinguibile del pubblico, delle azioni.

Il conte Bobboli beì, da Parigi, dove stava per sposare una ballerina di quarant'anni, aveva mandate le proprie dimissioni, esplicite, da vice presidente della Cisalpina e da candidato al collegio di Primarole: prova certa che Matteo Cantasirena non incuteva più nessun timore....