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Su nella gran sala del Consiglio, Matteo Cantasirena trionfava. Egli solo non aveva paura, perchè si sentiva innocente: erano il Tolomei; il Duranti, erano il Bizzarelli, il Brunetti, il Vergani, erano coloro che volevano imporre la ingiusta, la iniqua, la sciagurata sospensione dei lavori, i soli, i veri responsabili di quegli eccessi, di quei disordini.

Ormai li aveva nelle mani, presidenza e membri del Comitato, prefetto e governo, e anche i piccoli pesciolini, come il Vergani, il Beretta, il Palazzoli, il Bizzarelli che si erano lasciati indurre a metter la firma, per correr dietro ai propri denari, e adesso per paura di perderne degli altri, gli obbedivano ciecamente e ciecamente votavano per lui.

Corrompendo il Vergani, il Bizzarelli, il Brunetti, stanchi di farsi trappolare e rovinare da Matteo Cantasirena, era riuscito ad aver tanto in mano contro di lui da intimidirlo, ed occorrendo da poterglisi imporre.

Quando Pietro Laner gli capitò dinanzi col viso sparuto, annerito dal carbone della terza classe, col lungo ciuffo della parruccaccia arruffata, lo prese per , invece del giovane trentino, per uno dei soliti "tirolesi". Passate dal Bizzarelli! grugnì dispettosamente, continuando a scrivere più in fretta.

Il Bizzarelli e il Brunetti si scambiarono una rapida occhiata; il Vergani sembrò destarsi, si rizzò sulla seggiola. Soltanto gli occhiali di Evelina erano sempre fissi sullo zio Matteo, in quel modo curioso che nell'ombra pareva un luccichìo e una risatina....

Anche quei tirolesi, in fondo, erano buonissima gente. La Gioconda li calunniava!... Oh, assai migliori degli uomini del suo partito!... Con la notizia ufficiale del matrimonio di Nora, tornò dal Brunetti a farsi dare dell'altro denaro, e riuscì a cavare un'ultima goccia di sangue al suo ex amministratore, il povero Bizzarelli.

E la Gioconda, intascate le dieci lire, se la svignò con insolita prestezza. Voi, disse Cantasirena a Pietro Laner, aspettatemi pure. Vado un momento dal Brunetti; poi vi darò due righe per il Bizzarelli fece per andarsene; l'altro l'afferrò per un braccio. Che Bizzarelli! Che amministratore! Ma vuol darla ad intendere anche a me? Il povero Bizzarelli è un suo creditore come gli altri!

Ma io devo pagarne trentamila, centomila delle lire, e ho diritto di non essere seccato, molestato per simili pezzenterie! Gioconda! Ma Gioconda! gridò più forte, perchè mi lasci venire fra i piedi tutta questa gentaglia? Passate al giornale! Andate dal Bizzarelli! Andate dal mio amministratore! Via! E il fattorino corse via davvero, senza farselo dire due volte.

Quell'asino del Bizzarelli!... Persino quell'eterno spiantato rompiscatole del Brunetti!... Tutta gente creata da me! messa al mondo da me! sfamata da me! Tutta gente che io stesso ho voluto nel Comitato! E adesso mi si rivoltan contro! Egoisti!... Pezzenti!... Traditori! Nora fissava lo zio Matteo, attonita. Ma io?... Cosa c'entro io?...

Quel povero Tolomei? La Cisalpina gli ha dato il tracollo! Il Bizzarelli, il Vergani, il Palazzoli, il Brunetti?... Tutti galantuomini, gente di lavoro, padri di famiglia, buttati sul lastrico!... Anche il conte Bobboli, tirato dentro pei capelli, intimidito, ricattato, come forse il Duranti! Anche il Beretta, persino donna Alessandrina, la madre di Pio Calca!... Tutti senza un soldo!