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Son cascato bene; diss'egli tra . Son tutti sapienti, qui dentro; ci hanno il greco e il latino sulla punta delle dita. Uno è astronomo, l'altro è chimico; un terzo archeologo; un quarto meccanico.... Ma che Iddio mi benedica, o non sono agronomo, io? Un agronomo.... agrodolce, per verit

La mattina per tempo uscii e passeggiai per le strade di Granata fin che fosse un'ora decente per andar a trar fuor di casa un giovane granatino che avevo conosciuto a Madrid, in casa di Fernandez Guerra, di nome Gongora, figliuolo d'un archeologo illustre, e discendente del famoso poeta cordovese Luigi Gongora; di cui dissi qualcosa di volo. La parte della citt

St'anno ebbimo anche il distinto archeologo A. C. e un duca inglese con un nome che mi suona aspretto, ma celebre. L'albergo ha belle camere, eleganti corritoi, lieto salone da pranzo, simpatica sala da conversazione: vi trovi mescolato il larice alle pitture, le sbarre di legno alle dorature delle sbarre di di ghisa, il carattere montanaro al comfort esigentissimo cittadinesco.

E' curioso notare che a Ravenna non si ritrova vestigia dell'epoca romana. I sobborghi di Classe e di Cesarea, un tempo importanti e ricchi di grandi edifici, sono oggi inghiottiti nelle paludi e resta appena qualche segno della loro esistenza. Ravenna fu un tempo l'Avignone degl'imperatori romani. Quando, nel 404, Onorio, temendo un'invasione di goti, trasportò la sua residenza da Roma a Ravenna, rinforzò le mura e si costruì un palazzo. In qual punto sorgeva questo edificio? E' impossibile determinarlo, oggi, benchè le guide non si facciano scrupolo di indicarne il punto preciso. Antonio Zirardini, giureconsulto erudito e archeologo dei più distinti di Ravenna, ha scritto, nel 1762, un eccellente libro sulle antichit

Salomone Reinach ha testè pubblicato, nella Revue Archéologique, una dotta ed interessante memoria sul ritratto di Giuliano. Nella prima parte di quella memoria egli mette in chiaro l’errore pel quale le due statue esistenti a Parigi, l’una al Museo delle Terme, l’altra al Museo del Louvre, rappresentanti un personaggio togato e barbuto, si credettero il ritratto di Giuliano, mentre lo devono essere di qualche retore o di qualche filosofo. Nella seconda l’insigne archeologo discorre del busto d’Acerenza, ed insiste sull’autenticit

Qui mi disse il giovane archeologo comincia il vero Albaicin. Guardi quella casa!