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Io, vedi, son diventata cattiva. Quando porto a spasso i miei bambini mal vestiti e vedo quelli dei miei vicini scarrozzare nella loro piccola vettura condotta da una balia bella e riccamente vestita, soffro e bestemmio entro di me, contro di me e contro tutti. No, no, Emma, sposa il marchese di Acquafredda. Emma taceva, e si asciugava gli occhi innondati di lagrime.

Il primo aveva 26 anni ed era l'ingegnere Rinaldini, più uomo di scienza che ingegnere; il secondo era il marchese di Acquafredda, di 60 anni e tre o quattro volte milionario. L'ingegnere Rinaldini era destinato a grandi cose, ma nessuno se n'accorgeva, perchè era troppo timido e troppo modesto.

So però che un giorno essi si incontrarono allo stesso punto. Il marchese di Acquafredda con una lettera modestissima chiedeva al padre di Emma la di lei mano. E proprio nello stesso giorno l'ingegnere Rinaldini, trovandosi alla sera solo con lei nel salotto nel vano d'una finestra, chiese con voce tremante ad Emma, se vorrebbe dividere la vita con lui.

Agli sguardi tenevano compagnia dei fiori, dei dolci, dei libri, omaggio dell'adoratore all'adorata. Questa accettava tutte quelle cortesie e galanterie come da un babbo, e diceva spesso: Che buon uomo è quel marchese di Acquafredda! I due amori dell'Ingegnere e del Marchese camminavano, con diversa velocit

Giunto però ai sessant'anni, molto ben conservato, con tutti i suoi capelli che non tingeva, con tutti i suoi denti, che eran proprio suoi; aveva pensato che, non avendo nipoti, cugini, altri parenti lontani che portassero il suo nome, avrebbe dovuto prender moglie e avere un erede, che non lasciasse morire il nome e il blasone dei marchesi di Acquafredda.

Era una vita d'inferno quella che passava a Perugia la povera Maria, ed essa era venuta a Firenze per confortarsi coll'amica Emma e chieder consiglio ai genitori. Quando Maria ebbe finito, cominciò Emma e brevemente le espose il suo caso di coscienza. Maria non la lasciò neppur finire, perchè, con una strana violenza, le disse: Emma, sposa subito il marchese di Acquafredda.

Aveva da molti anni in casa una bella cameriera, che faceva anche un po' da maggiordomo e che forse aveva risolto per lui il gran problema dell'amore, che tormenta tante migliala di uomini, che semina per le strade della vita tanti feriti e tanti morti. Insomma il marchese di Acquafredda era, per dirla col linguaggio di moda, un uomo perbene.