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Aggiornato: 28 luglio 2025
Se sapessi amare, imporrei il mio amore e tu non avresti trovato qui un ritratto. Non so odiare, non so amare, non so volere! disse il principe lasciando ricadere con una mossa di scoraggiamento la testa sui guanciali, e chiudendo gli occhi per non vedere la sua tormentatrice.
Era la prima volta che egli si ritrovava dinanzi al magistrato dopo il giorno che questi, trionfando delle sue argomentazioni, aveva detto di credere fermamente al suicidio. La confusione del giovane era estrema, non sapendo che cosa potevano ancora volere da lui.
Questo Capitolo ormai troppo voluminoso ci costringe a tralasciare il racconto di una serie di piccole perfidie, e di piccoli fatti d'arme, quasi tutti tra loro somiglievoli, pei quali Manfredi, sotto il Pontificato di Alessandro IV, vinti gli esterni e gl'interni nemici, riconquistò tutto il Regno di Napoli. Più grave caso, e degno di memoria è quello pel quale Manfredi di Vicario giunse a farsi nominare Sovrano del Regno di Napoli; e qui lasciato Niccolò Iamsilla scrittore ghibellino, mi fa mestieri appigliarmi a Giovanni Villani di fazione guelfa. Narra dunque costui, «che Manfredi, vedendosi in istato ed in gloria, si pensò essere Re di Sicilia e di Puglia; e perchè ciò gli venisse fatto, si recò ad amici con doni e promesse i maggiori Baroni del Regno; e sapendo come del Re Corrado suo fratello era rimasto un figliuolo chiamato Corradino, il quale per diritta ragione doveva essere erede del Reame di Sicilia e di Puglia, pensò una frodolenta malizia per esser Re. Adunati tutti i Baroni, propose loro cosa si dovesse fare della signoria, perocchè egli avesse novelle come il suo nipote Corradino fosse gravemente ammalato, e da non potere mai reggere il peso di un Regno. I Baroni consigliarono che mandasse suoi ambasciatori in Lamagna per sapere dello stato di Corradino; e se fosse morto, od infermo, fino d'allora protestavano volere Manfredi per Re loro. A ciò si accordò Manfredi come colui che aveva tutto fintamente ordinato, e mandò ambasciatori a Corradino e alla madre con ricchi presenti e grandi profferte; i quali giunti che furono in Isvevia trovarono che la madre del garzone, Elisabetta di Baviera, come donna di gran cuore ed avveduta, gli facea buona guardia, tenendolo confuso con diversi fanciulli di sua et
Sì, egli sentiva, e adesso non dovea più arrossire confessandolo come fosse una colpa, sentiva di volere un poco di bene anche a sua cugina; ma questo affetto era di tutt'altra natura. Era la dolce confidenza di una amicizia quasi fraterna; era una simpatia intellettuale; era il conforto, ma non era l'oblìo dei suoi dolori.
Seguiva un'aggiunta scritta dalla mano di Girolamo Martini nei termini che seguono: «Se crede di volere cambiare venga da me nella giornata, che si combiner
Perchè si accascia in questo modo? soggiunse Diana. Lei ha ingegno, cultura, buon volere... dunque?... Ma Bardelli seguitava a far segni negativi col capo.
Il sen, le braccia di bellezza armate Formidabili sono nel riposo. Par quasi nero il mare sconfinato Sotto il cielo pesante e cupo. Il vento Tace e tutto ne sembra addormentato; Nella natura ogni volere è spento. Dovunque regna una oppressiva pace, S'odono mormorii sottomarini. Si dirìa ferma alfin l'ora fugace E che immobili pendano i destini.
Certo non seppero volere. Dunque meritavano il canto funerario che le mosche ronzano su di loro. a Lanzirica. Io cammino cantando, e tiro fuori da me strade, strade e strade, che allungo, accorcio, a capriccio. ironico. Parlano così tutte le carovane partendo, ma presto le strade del deserto si sfrangiano, muoiono in un velo d'impronte illusorie.
Io tento di concludere la discussione: E' assurdo volere accordare il medio-evo della cavalleria col futurismo delle blindate! Salvo rari momenti la cavalleria è stata sempre fuori di posto in questa guerra. Assurdo l'impiego strategico per divisioni! Duemila cavalli offrono un bersaglio enorme. Se domani avremo da inseguire il nemico baster
Ma volere è vinto dal non potere; quindi poichè i suoi compagni attriti dal digiuno, e dalla fatica ormai balenavano cadere ei fece sosta in mezzo a un prato. Qui agli occhi maravigliati dei giovani lombardi apparve uno spettacolo nuovo; appena il Garibaldi ebbe dato fiato alla tromba ecco i fanti buttare l
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