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Aggiornato: 7 giugno 2025
1 Oh famelice, inique e fiere arpie ch'all'accecata Italia e d'error piena, per punir forse antique colpe rie, in ogni mensa alto giudicio mena! Innocenti fanciulli e madri pie cascan di fame, e veggon ch'una cena di questi mostri rei tutto divora ciò che del viver lor sostegno fôra.
Qual si lamenta perché qui si moia per viver col
Qual si lamenta perche' qui si moia per viver cola` su`, non vide quive lo refrigerio de l'etterna ploia. Quell'uno e due e tre che sempre vive e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, non circunscritto, e tutto circunscrive, tre volte era cantato da ciascuno di quelli spirti con tal melodia, ch'ad ogne merto saria giusto muno.
Ah che de la mia vita il tempo è corso, E di me la memoria mi tormenta; Però squarciami il cor, dammi soccorso Contra la morte ch'a venirne è lenta. Allor Georgo: ed a che dir sei corso? Parti ragion, che tai parole io senta, Ch'offenda te, che te di vita io privi? Io, ch'amo il viver mio perchè tu vivi.
D'altra parte, siccome dappertutto intervenivano tutti i più distinti ingegni di quel secolo, da principio non stette ostinato nel suo proposito di viver solo, perchè credeva d'avere a raccogliere qualche diletto e qualche utile nell'assiduo conversare con tante e così distinte intelligenze; l'amore dei buoni studj a que' tempi, e in quella citt
Bada ch'io non approvo quelli che sagrificano il presente all'avvenire; l'avvenire è dubbio, il presente è certo, ed è una sciocca speculazione quella di viver male oggi per l'idea di viver bene domani; ma chi ha famiglia e non ha una sostanza propria non può a meno di mettere in serbo qualche cosa.
Giunta la notte, all'inclita guerriera fu primo a dir il cavallier cortese: Che faren, poi che con ugual fortuna n'ha sopragiunti la notte importuna? 102 Meglio mi par che 'l viver tuo prolunghi almeno insino a tanto che s'aggiorni. Io non posso concederti che aggiunghi fuor ch'una notte picciola ai tua giorni.
TRASIMACO. Se fussi indovino, non sarei venuto a questo termine: almeno fammi una grazia, fammi viver due ore sole. GULONE. Perché due ore? TRASIMACO. Che mi mangi quello apparecchio che avea fatto in casa per te; e, dopo mangiato, fammi morire, ché morrò contento. GULONE. Che apparecchio era il tuo?
CINTIA. Giá s'è partita. Non mancava altro agli affanni miei! La fortuna non comincia per una sola: a tempo che non so se debba viver un'ora, arò pensiero dell'altrui vita. Misera, che farò, qual sará il pensier mio? Non credo che viva anima cosí tribulata nell'inferno come la mia: resto al mondo per un infelice essempio d'ogni miseria.
Qual si lamenta perché qui si moia per viver col
Parola Del Giorno
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