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Aggiornato: 13 giugno 2025
Egli voleva però mettere a partito, anzi tratto, un successo che gli sembrava più probabile, e meno rude a cogliere: il terrore della duchessa. Vitaliana lo aspettava. Ella non aveva chiuso occhio in tutta la notte. I suoi occhi, tutti rossi, cerchiati di livido, attestavano ch'ella aveva pianto lunghe e lunghe ore.
Qualche ora dopo, verso mezzodì, Vitaliana usciva appena dal suo letto d'insonnia, quando la sua cameriera entrò e le annunziò che il principe di Lavandall aspettava in salone, e dimandava con istanza di essere ricevuto per un momento. Vitaliana non sembrò stupita di quella visita premurosa.
L'indomani, Morella aspettava il duca, alle due. La sua previsione era giusta. All'una e mezzo egli sonava alla sua porta. Il destino lo spingeva. Vitaliana. Che idillio! che primavera intorno a Vitaliana! Ella ignorava tutto forse perchè non si curava di nulla. Il matrimonio era stato per lei un mandato impostole da sua madre, cui ella compieva. Il suo cuore era restato estraneo a quel mercato.
Il colpo che ella voleva portare ferì di punta. Il duca di Balbek dimandò alla contessa l'onore di presentarsi a lei. Due mesi dopo, Vitaliana era duchessa di Balbek.
Avevano ambedue preso dalle loro madri. Il medesimo colorito della pelle; il medesimo druidico degli occhi; il garbo medesimo della bocca; il medesimo portamento elegante e svelto; la medesima vita elastica; la stessa elevazione della testa. Solamente, in Adriano, tutto codesto era più fosco, più accentuato, meglio consistente, più robusto, più virile. Ciò che era bellezza in Vitaliana, diveniva grazia in Adriano; ciò che era soavit
Il signor di Balbek sclamò infine, quasi suo malgrado, di una voce sorda e commossa: Grazia, Vitaliana, grazia!
Accettato! e non più una parola su codesto gridò Morella di una voce soffocata, gettando la lettera del principe nel fuoco. Il duca non fiatò motto in tutta la sera. Borbottava delle interiezioni fra sè. Si sarebbe detto che ruminasse una grande risoluzione. Alle 10, partì ed andò a terminare la serata con Vitaliana la quale non capiva nulla alla tenerezza infinita che le mostrava suo marito.
Per sorte, il duca non chiedeva mica meglio che non contrariarla. Il terzo giorno, però, ella lo ricevè. Vitaliana pensò che la non poteva schermirsi da quella visita, senza risvegliar sospetti; tanto più che aveva giusto allora letto un viglietto del signor di Lavandall, il quale le significava questo semplice motto: «A stasera, madama!»
Orbene, Vitaliana finisce e completa la mia personalit
Si era al più vivo delle poste quando la porta del gabinetto si aprì dolcemente ed il principe di Lavandall v'introdusse Vitaliana, onde sottrarla agli inviti che la avevano di gi
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