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Aggiornato: 12 maggio 2025


Lo pianto stesso li` pianger non lascia, e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, si volge in entro a far crescer l'ambascia; che' le lagrime prime fanno groppo, e si` come visiere di cristallo, riempion sotto 'l ciglio tutto il coppo. E avvegna che, si` come d'un callo, per la freddura ciascun sentimento cessato avesse del mio viso stallo,

Lo pianto stesso li` pianger non lascia, e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, si volge in entro a far crescer l'ambascia; che' le lagrime prime fanno groppo, e si` come visiere di cristallo, riempion sotto 'l ciglio tutto il coppo. E avvegna che, si` come d'un callo, per la freddura ciascun sentimento cessato avesse del mio viso stallo,

A terza dunque, come si è detto, tutti trovavansi pronti nella grande sala del capitolo. Le porte del monistero si chiusero, onde niuno di fuori venisse a sturbarli. Innanzi ad un grande tavolo di legno di quercia sedeva il cancelliero di papa Alessandro, con la testa scoverta, severo e sereno. Presso di lui stava un'urna per raccogliere le tessere, il codice longobardo, ed il calamaio con pergamene. A fianco di lui il principe Gisulfo, scoverto del pari, con una manopola di ferro innanzi. Negli stalli del capitolo ed in altri seggi appositamente quivi allogati sedevano gli ecclesiastici ed i baroni. Alcuni ravviluppati in grandi cappe co' becchetti tirati infino agli occhi, altri con celate in testa e visiere calate; tal che per sola congettura alcun di loro si poteva ravvisare. Il lume delle finestre (a vetro colorato, et gypso, talco, come dice Leone Ostiense, bellamente lavorate), era stato temperato con tendine di seta. Tutto inspirava solennit

Lo pianto stesso pianger non lascia, e ’l duol che truova in su li occhi rintoppo, si volge in entro a far crescer l’ambascia; ché le lagrime prime fanno groppo, e come visiere di cristallo, rïempion sotto ’l ciglio tutto il coppo. E avvegna che, come d’un callo, per la freddura ciascun sentimento cessato avesse del mio viso stallo,

I prodigiosi assalti e l'ire pazze, E il delirio di vincere e le scosse Supreme, allor che gli elmi e le corazze Si spezzano e le spade sono rosse, Gli sguardi irati uscir dalle visiere E i lampi irradïar l'orrenda scena! Ma passa un fanciullin con un paniere Vociando una canzone a gola piena. Tutto riposa al raggio della luna, Ma il viale è nell'ombra a noi davanti.

Questi signori stavano in aspettazione nel salotto, sdrajati ne' seggioloni presso la tavola su cui erano sciorinati non pochi disegni di caricature equivoche, e parecchi volumi degli ultimi romanzi di fattura parigina; e, mentr'essi sbadigliavano beatamente, guardando gl'intagli rappresentanti i più famosi cavalli da corsa del Regno Unito che pendevano incorniciati dalle pareti, framezzo a fioretti sciabole e stocchi, a guanti di difesa e visiere e corazze imbottite, indispensabile fornitura d'ogni elegante spadaccino; il padron di casa andava e veniva inquieto, turbato, sfogando la sua bile or sull'uno or sull'altro de' servitori.

Ficcati gli sproni ne’ fianchi ai destrieri, corsero tutti e quattro, rovinarono gli uni sugli altri, con le visiere calate, il corpo piegato sul dinanzi, lo scudo raccolto sul petto e la lancia bassa.

Lo pianto stesso pianger non lascia, e ’l duol che truova in su li occhi rintoppo, si volge in entro a far crescer l’ambascia; ché le lagrime prime fanno groppo, e come visiere di cristallo, rïempion sotto ’l ciglio tutto il coppo. E avvegna che, come d’un callo, per la freddura ciascun sentimento cessato avesse del mio viso stallo,

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