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Aggiornato: 9 maggio 2025


Ma non sei contenta, ti ripeto? Loredana riuscì a rispondere tra i singhiozzi: , dichiarò, mentendo alla sua volta, piango perchè sono contenta! Filippo si mise a ridere, e la strinse al petto, sollevandola da terra. Vieni, disse. Vieni, mascheretta bella, viperetta cara. Tu sei tanto bella, io ti amo tanto....

Ho telegrafato avant'ieri; dopo un certo discorso che mi ha tenuto tua cugina Adele... Quella viperetta gelosa, mormorò Antonio. ... Sul conto di questa... Signora, e Giacomo accennò col mento alle inconscie ed arridenti Nunziate Villari. Ho telegrafato, come dico, a Hertfordshire, dicendo a tua cugina Valeria... Ah! Valeria! adesso capisco, disse Antonio con un risolino sarcastico.

Aldo, colla coda dell'occhio, vide, in fondo alla tavola, scattar su come una viperetta disturbata la testa bionda della signora Van Osten. Ma, senza guardarla, aveva gi

Ne aveva un poco riso la sera prima, senza malizia, con Loredana la viperetta; e il mattino, innanzi alla torre storica, vedendolo tutto lieto, il petto fregiato di belle medaglie conquistate tra lo sciabolare dei nemici furiosi e vinti, Filippo ebbe quasi un fremito d'invidia e di rispetto.

Al ritorno dall'escursione dai laghi lombardi, Filippo chiamava Loredana «la viperetta» ed ella sorrideva misteriosamente. Quel che di più gaio, di più sano e di più forte era nella sua anima veneziana, sfolgorava nella passione libera, così che nessun dono era per la giovane premio più ambito che un'ora di baci e di carezze.

Ha ventiquattro anni, viperetta che sei! disse Clarissa, del resto, è stato tanto viziato dalle donne di Napoli, che potrebbe avere mille anni, per tutto quello che sa! Bah! che orrore! fece Nancy guardando sdegnosamente le inconscie spalle davanti a lei, e il colletto alto, e i lucidi capelli neri, e infine l'irreprensibile cappello, correttamente piantato in cima a tutto ciò. Oh, !

La giovane aveva spesso in tasca qualche biglietto delle amiche, le quali chiedevano protezione al conte per il marito, per il fratello, pel nipote; e il conte riusciva ad allogar l'uno, a migliorar la posizione dell'altro, senza conoscerli, per far cosa grata alla sua viperetta.

Loredana era scattata in piedi nuovamente; pareva davvero una viperetta, con la testa dritta e gli occhi sfavillanti: Vada via! gridò. Vada via; non mi tocchi! La disprezzo, gliel'ho detto. Vada via, vada via subito!... Berto si ritrasse. Vada via subito! incalzò Loredana. Non voglio più vederla! Vada via subito, o chiamo!

Filippo, tutto preso dalla «viperetta», dimenticò finalmente la prudenza e andrò a vivere egli pure nell'appartamento sulle Zattere, che per Loredana era troppo grande; la camera attigua a quella in cui dormiva la giovane fu ridotta, da salottino, in camera da letto per Filippo; e tra l'una e l'altra si aprì una porta di comunicazione.

I due amici diedero in una risata. Berto Candriani bevve ancora una coppa di sciampagna, parlò dei prossimi spettacoli della Fenice, e dopo pochi istanti si congedò. Non appena egli ebbe varcata la soglia, Loredana gettò le braccia al collo di Filippo. Caro! ella disse baciandolo. Che cosa ti è avvenuto? Perchè vuoi tacere con la tua viperetta?

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