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Aggiornato: 15 maggio 2025
Esisteva ab antico in Palermo e, contro il malvolere del Governo, prosperava un’Associazione detta del grano. Pagando un grano la settimana, quattro il mese (in moneta d’oggi, otto cent. di Lira), una famiglia godeva il beneficio dei medici per le malattie, della sepoltura per la morte. Che razza di medici dovessero aversi a questo patto, è facile immaginare! La celebre Giunta dei Presidenti e Consultore, il 5 marzo 1783 scrivea esser più d’una le opere del grano, per le quali gli ascritti «talvolta sono assistiti da imperiti medici che servono a rendere perpetue e più micidiali le malattie del popolo»³⁸⁹. Da siffatta istituzione volle trarre partito il Governo per un’assistenza medica ai poveri mettendo a profitto l’opera disinteressata dell’Accademia di medicina. La contribuzione del grano fu lasciata volontaria; si chiamarono per ciascuno dei quattro quartieri due bravi fisici ed un cerusico, retribuiti, quelli con 60 onze l’uno, questi con 20. Agl’indigenti furono concessi sussidî anche in danaro; ed ai morti, esequie e sepoltura. Semplice la burocrazia: un razionale ed un esattore; ben praticamente composta una deputazione di vigilanza per quartiere: il parroco, un cavaliere, un mercante, un forense, il qual ultimo ebbe la direzione del servizio, che per siffatto organamento procedeva pronto ed attivo. Basta vedere il programma viceregio del 21 aprile 1783 per comprendere come i nostri vecchi intendessero la beneficenza pubblica, la quale era nobile gara di carit
A più increscioso argomento conducono le donne reclutate nel vasto campo di Citera; le quali molto da fare davano alla polizia e ne rendevano inutile la vigilanza, inefficaci i rigori. Il Governo, nelle sue disposizioni, le accomunava sempre agli oziosi: e nel bando viceregio del 29 maggio 1793 rivelava le abitudini, i fautori ed i posti loro. Quel bando è una pagina di storia della più amara evidenza. Leggiamolo: «Poichè è giunto alla notizia di S. E. di esser troppo avanzato il numero delle donne impudiche, che passeggiano di notte le strade e luoghi pubblici di questa Capitale insidiando colle loro lusinghe troppo scandalose i cittadini di bassa condizione per indurli a commettere disonest
²⁶⁴ Vedi in proposito il bando viceregio di Marcantonio Colonna di Stigliani in data del 12 Settembre 1777, che ne richiama un altro del 23 Giugno 1767. D’altro ordine sono le disposizioni del Senato pel tragitto per le feste di S. Rosalia, del Senato pel passeggio e le fermate delle carrozze, dei calessini, delle sedie volanti, delle persone a cavallo nel Cassaro per le feste di S. Rosalia.
⁹⁰ Miscellanea di Bandi, t. I; nella Biblioteca Comunale di Palermo, segn. 2. Qq. 7.94. ⁹¹ Bando viceregio a stampa, in data del 18 Febbr. 1775.
Una volta che la Pretoressa nol potè, la nuora ne tenne le veci, perchè la moglie del Pretore aveva il dovere ed il privilegio di far gli onori di casa. Un’altra citazione e non più. I nobili solevano recarsi ai periodici convegni del Palazzo Viceregio; con loro o senza di loro, le dame non mancavano mai.
¹⁷⁷ Vedi: Biglietto viceregio per cui a nome di S. M. si partecipava alla Rev. Madre Priora del ven. monastero di S. Caterina l’ordine dato ecc., Palermo, 7 luglio 1764. ¹⁷⁸ Meli, Poesie: Sarudda.
D. Ippolito de Franchis impiegò mezza giornata per leggere sulle pubbliche piazze l’ordine viceregio³²²; ma fu fiato buttato anche il suo, perchè la passione non riconosce impero di legge, ed i giuochi proibiti continuarono nelle sale dorate e nei rendez-vous d’ogni sorta.
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