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Aggiornato: 23 giugno 2025
E qualunque stato si vuole essere, possono tenere, purché in veritá essi taglino el veleno della propria sensualitá, la quale dá morte etternale.
Unde il fuoco della tua caritá non si debba né può tenere che tu non apra a chi bussa con perseveranzia. Adunque apre, diserra e spezza e' cuori indurati delle tue creature: non per loro che non bussano, ma fallo per la tua infinita bontá e per amore de' servi tuoi, che bussano a te per loro. Dá lo', Padre etterno, ché vedi che stanno a la porta della Veritá tua e chiegono.
E questo amore la discrezione il dá senza fine e senza modo verso di me, però che so' somma e etterna veritá; non pone legge né termine a l'amore col quale egli ama me, ma bene il pone con modo e con caritá ordinata verso el proximo suo.
Una certa libertá di pensare, un disprezzo de' riguardi, un amore ardito per la veritá gli fa scrittori. Chi dedica, aspira a qualche benefizio. Io bramo dall'Eccellenza Vostra quel solo benefizio d'essere considerato nel numero del secondo genere de' satirici. Il mondo difficilmente fa una tale separazione.
ERASTO. Perché se lo credessi morirei. DULONE. Non lo credete perché vi dispiace. ERASTO. Ma tu non sai che la domenica passata giacque meco e l'ebbi nuda in queste braccia? come dice che dormí seco in sua camera? DULONE. Dite che nol credete, e pure il domandate. ERASTO. Cerco la veritá del fatto.
Pregoti che tu adempia quello che tu mi fai adimandare. Oimè, misera, dolorosa l'anima mia, cagione d'ogni male! Non indugiare piú a fare misericordia al mondo: conscende e adempie il desiderio de' servi tuoi. Oimè! tu se' colui che gli fai gridare: adunque ode la voce loro. La tua Veritá disse che noi chiamassimo e sarebbeci risposto, bussassimo e sarebbeci aperto, chiedessimo e sarebbeci dato.
PANURGO. Ma torniamo a casa, che il tempo manca e le parole avanzano. E sovra tutto vorrei che appena accennandogli il principio, capisse il negozio e m'intendesse a cenno. MORFEO. Anzi io in mirarti in faccia so quello che cerchi da me. PANURGO. Dici da vero? MORFEO. Piú che da vero. PANURGO. E tu conoscesti la veritá mai?
Per non allargare di troppo il nostro lavoro su quest'opera del signor Bouterweck, noi per ora non intendiamo di far parola che de' soli due primi volumi contenenti la storia della letteratura d'Italia. Per veritá avremmo amato di riportar per intero una traduzione di quel discorso; ma, comparativamente alla poca pazienza d'un lettor di giornale, lo credemmo troppo lungo.
Usate questa pietosa gratitudine: andate in Palazzo dinanzi al viceré vostro zio, raccontate la veritá, accioché, divolgatosi il fatto per sí autorevoli bocche, le restituiate l'onore e si toglia tanto cicalamento dal volgo.
AMASIO. Di grazia, non mi ingiuriar piú di quello che ingiuriata m'hai: ché se a mio padre non fussero noti gli miei andamenti e la mia vita che gli facessero fede della mia innocenza, mi faresti impazzir da dovero. ERASTO. Giá mi avveggio che ridete e volete accettar la veritá.
Parola Del Giorno
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