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Aggiornato: 12 giugno 2025


TIGEL. Il tuo signor per anco tal non ti crede; e, ad innocente farti, non bastava il munir di velen pria Eucero, e tutte le tue conscie ancelle, , che ai martir non resistesser: gli hai tolti ai tormenti, ma a te stessa il mezzo di scolparti toglievi... OTTAV. Or, qual novella menzogna?... TIGEL. Omai vieta Neron, che fallo non ben provato a te si apponga.

Troppo il padre ha regnato, ei pensa. E, piano, scegliendo ne la cintola uno stile cui di recente un suo velen sottile ha fatto azzurro, avanza; e con la mano, gi

OTTAV. Tu piangi?... Me dall'infamia e dai martír, deh! salva: da morte, il vedi, ogni sperarlo è vano. Salvami, deh! pietade il vuole... SENECA E quando... io pur volessi,... in brev'ora,... or... come?... Meco un ferro non ho; giunge a momenti Nerone... OTTAV. Hai teco il velen sempre: usbergo solo dei giusti in queste infami soglie. SENECA Io,... con me?...

L’altra dubitazion che ti commove ha men velen, però che sua malizia non ti poria menar da me altrove. Parere ingiusta la nostra giustizia ne li occhi d’i mortali, è argomento di fede e non d’eretica nequizia. Ma perché puote vostro accorgimento ben penetrare a questa veritate, come disiri, ti farò contento.

La bella Polissena non fu tarda a conoscere «il velen dell'argomento» come lo avrebbe chiamato il ministro, nella sua smania recente di citazioni dantesche. Ed anche davanti al vecchio Malatesti, la madre furibonda di Elena dovette abbassar le ali e tacere. Il conte Gino, quella sera, ricondusse a casa sua moglie.

Con men di resistenza si dibarba robusto cerro, o vero al nostral vento o vero a quel de la terra di Iarba, ch'io non levai al suo comando il mento; e quando per la barba il viso chiese, ben conobbi il velen de l'argomento. E come la mia faccia si distese, posarsi quelle prime creature da loro aspersion l'occhio comprese;

NER. Or vedi amore! odi il velen, se tutto dal petto al fin non ti trabocca; or, ch'io le tue arcane laidezze in parte scopro. OTTAV. Misera me!... Che piú mi avanza?

L’altra dubitazion che ti commove ha men velen, però che sua malizia non ti poria menar da me altrove. Parere ingiusta la nostra giustizia ne li occhi d’i mortali, è argomento di fede e non d’eretica nequizia. Ma perché puote vostro accorgimento ben penetrare a questa veritate, come disiri, ti farò contento.

Vicino a quella infame insania giacqui Più d'una volta a' giorni incarcerati; Ed allor tetramente mi compiacqui Ricordando que' libri sciagurati, Che nell'audace secolo in cui nacqui Plausi a ferocia e suicidio han dati, E col velen de' rei volumi in petto, Volvea il fin dell'apostol maladetto. Grazie, chiesuola, a' prigionieri amica! Da te emanava inenarrato incanto!

Era l'antica cena di Ferrara, L'amor letale ed il velen dell'orgia... E riconobbi, uscita dalla bara Alla moderna et

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