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Aggiornato: 29 giugno 2025
Don Omobono non aveva petto da resistere a tanta furia, e conobbe che innanzi a quella tempesta, era forza ripiegare le vele. Si ricacciò in testa il cappellaccio, ch'era ridotto in uno stato da non dire, e infilò la porta borbottando fra i denti.
Sacrossi in Rodi, e su spalmate prore Tutte de l'Asia sbigottì le rive, E de' fieri ladron domo il furore, Mille lor vele gi
I marinai sapevano che dovevano andare in Dalmazia; ma ad un tratto egli, colpito da una subita idea: A Venezia, disse: a Venezia; e tosto. Fu obbedito.... si spiegaron le vele.... Qualche giorno mi baster
Ma La Stampa andava a vele gonfie, aumentava diffusione e tiratura tutti i giorni; ma anche costava sempre più denari a don Pio, il quale cullato dalle promesse di Ubaldo, dai discorsi dell'onorevole Carrani e più di tutto dal grande fatto di aver riunito all'ombra del labaro del giornale tutte le forze del partito progressista, sognava gi
13 E poi ne fa due parti, e manda l'una per quella strada ove Ruggier camina; al porto l'altra subito raguna, imbarca, ed uscir fa ne la marina: sotto le vele aperte il mar s'imbruna. Con questi va la disperata Alcina, che 'l desiderio di Ruggier sì rode, che lascia sua citt
Via! di codesta donna marchesaccia siamo stufi. C'è una bella scapigliata, con grand'occhi acuti, senza rimario sotto le ascelle, senza svolazletti, la penna d'oca e l'elmo di Minerva, c'è una giovinetta che s'asside anche all'ombra delle vele, viaggia coi marinai e mangia il pane duro, conta i soldi e canta Dio e il mare. È la vera poesia.
Entra, Federico. Egli entrò. Sai che è tardi? Sono passate le nove.... Mi sono addormentato tardi, ed ero stanchissimo. Come stai? Così.... La mamma è levata. M'ha detto che Giuliana sta a bastanza bene. Vuoi che t'apra la finestra? È una mattinata stupenda. Spalancò la finestra. Un flutto d'aria fresca, inondò la stanza; le tende si gonfiarono come due vele; apparve nel vano l'azzurro. Vedi?
I remi all'acqua, e dier le vele al Noto; e fu lor sì sereno il tempo e chiaro, che non vi bisognò priego né voto, fin che nel porto di Marsilia entraro. Ma quivi stiano tanto, ch'io conduca insieme Astolfo, il glorioso duca.
Più fortunati, i Lungarini scioglievan vele dalle galere, se le caricavano sulle spalle, le rappezzavano, attendendo a non men bassi servizi. E frattanto, quanti loro compagni di sorte non gemevano in tormenti!...
salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch’i’ vidi de le cose belle che porta ’l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. Purgatorio · Canto I Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele; e canterò di quel secondo regno dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno.
Parola Del Giorno
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