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Aggiornato: 30 aprile 2025


SANTILLA, FESSENIO servo, LIDIO, FANNIO servo. SANTILLA. Eh! Fessenio, dov'è mio fratello? FESSENIO. Vedilo , ancor con li panni che tu li desti. Andiamo a lui. Lidio, conosci tu costei? LIDIO. Non certo. Dimmi chi ella è. FESSENIO. Quella che, in tuo loco, con Fulvia rimase; quella che tanto hai cercato. LIDIO. Chi? FESSENIO. Santilla tua. LIDIO. Mia sorella?

|Canna|. È il tuo figlio adottivo; è il cavriuolo giovinetto, quello la di cui bocca tu tante volte medicasti di tua mano col salutifero olio dell'ingudí , quando gliel'avevano piagata le cime acute dell'erba cusa; quello che tante volte fu pasciuto da te con una manata di grani di syamaka. Vedilo: or non vuole scostarsi dalle pedate della sua protettrice.

O affocato amore, o benivolenzia verso noi uomini ardentissima! Iddio fassi omo per te salvar, o uomo: offende , difende te; ancide , vivifica te! O mansuetissimo agnello! Vedi, vedilo , uomo, vedi lo tuo salvatore, vedi la via, la veritade, vedi come lagrimoso dal presepio ti mira e guata, vedi come gestisse d'abbracciarti in foggia di caro germano!

A Compostella, e cosí pure a Gerusalemme ed agli altri santuarj d'oltralpe e d'oltremare, pellegrinarono sempre gl'Italiani in assai scarso numero, a paragone d'altre genti piú devote di loro; e non di rado per motivi almeno in parte mondani. Come i pellegrinaggi a Roma fossero argomento di beffa, vedilo in quella sonettessa del Lasca, ove parlano il noto Stradino ed un Cavalier Nano: S.

Che uomo è il dottore? domandò il cieco. Un uomo di aspetto comune, ma con una faccia buona. È vero, ha la voce affabile... è alto? No, mezzano. E come è? Voglio vederlo.... Vedilo, disse Ernesta scherzosamente; è un poco tarchiato, ha i capelli grigi, niente barba, mustacchi più neri che bianchi, fronte alta, naso medio, bocca grande... Lo vedi? No, rispose Leonardo.....

te lascia la Musa, o multiforme Delio, a cui da le labbra, ampia e diversa Copia di celie e di saver discorre. Vedilo: come a l'agitar del vaglio Va saltando qua e l

Vedilo; e m'indicò un albo di ritratti. L'apersi, e lo sfogliai rapidamente; m'arrestai all'immagine d'un giovine. È lui! esclamai con convincimento interrogando a un tempo Raimondo collo sguardo. È lui, ripetè Raimondo guardando alla sfuggita. Ne so abbastanza, io vado. E strinsi la mano a Raimondo come per lasciarlo. Mi rattenne indeciso. S'egli non l'avesse amata, s'egli almeno non l'amasse!

Udii il fischio del vapore e il pesante rallentare delle carrozze, e vidi schiudersi le porte, e uscirne una frotta di gente d'ogni sorta coll'aria annoiata e stracca.... Guardai quei volti ad uno ad uno; il cuore martellava stranamente, ma non mi aveva ancora detto: "vedilo, è lui...."

Onde facil ci fia, in questo suo amorazzo, condurlo a quel che noi piú vorremo. LIDIO. Ah! ah! ah! Io sono per morir delle risa. Ma dimmi: credendo esso che io sia femina, e maschio essendo, quando esso fia da me, come anderá la cosa? FESSENIO. Lassa pur questa cura a me, ché tutto ben si condurrá. Ma oh! oh! oh! Vedilo . Va' via, ché teco non mi veda. CALANDRO, FESSENIO servo.

Lidio da donna si veste e in la sua camera terrena Calandro aspetta e da fanciulla galantissima se gli mosterrá. Poi, al far quella novella, chiuse le finestre, una scanfarda a canto se gli metterá: attento che di grossa pasta è il gocciolone che l'asino dal rosignolo non discerneria. Vedilo che ne viene tutto allegro. Contentiti el ciel, padrone. CALANDRO. E te, Fessenio mio.

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